Questa sera vorrei ricominciare con la celebrazione pubblica della Via Crucis. Ormai sono due anni che non la celebriamo e dobbiamo assolutamente ricominciare perché anche le devozioni più tradizionali, se non vengono “praticate”, rischiano di morire…
Non so chi verrà ma spero possa essere una celebrazione dignitosa tanto più che il momento storico che stiamo vivendo reclama solidarietà, preghiera e penitenza.
Contemplando Gesù che sale il calvario siamo obbligati a pensare a coloro che stanno salendo il “calvario” dell’annientamento: mi riferisco, come avete capito al dramma dell’Ucraina ormai alla fine.
Noi non stiamo a discutere (o a valutare) di questioni politiche: è evidente che la politica in questo frangente è la grande sconfitta.
I politici, rinunciando a un dialogo preventivo, anzi mettendosi di traverso gli uni contro gli altri, hanno scaricato la pesantezza della croce sulle spalle dei civili… vecchi, donne e bambini vittime della violenza cieca.
Se la nostra preghiera, sebbene sincera e fervorosa, non è riuscita a fermare la guerra speriamo almeno che fermi il massacro e faccia sentire, nel cuore degli “attori”, un forte senso di colpa per quanto è accaduto.
La Via Crucis di questa sera seguirà lo schema classico, quello di Sant’Alfonso M. De’ Liguori, che è quello a me più congeniale.
Il linguaggio è “vecchio” ma i sentimenti che suscita sono sempre nuovi e quindi va bene anche per noi. Poi, nelle prossime settimane vedremo se cambiare a restare allo stesso testo.