507. IN CAMMINO – percorso sinodale (3)

C’è un tentativo di sabotaggio in atto. Riguarda proprio il percorso sinodale.

Sono in molti a pensare che questo impegno/lavoro, peraltro svolto in modo egregio, non serva a niente soprattutto adesso che alcuni hanno letto i passi scelti dalla segreteria “diocesana” per la Veglia di Pentecoste: non c’è nemmeno un rigo tratto dalla nostra sintesi e nemmeno dai contributi personali. Immaginiamoci, continuano, se questo materiale potrà essere visionato da papa Francesco o almeno dai responsabili della consultazione.

È vero!

Però  il nostro lavoro, se non a livello diocesano/italiano/mondiale, potrà senza alcun dubbio essere importante per il nostro vicariato versilese. I nostri, in confronto a quelli dell’Italia e del mondo, sono piccoli problemi perché, grazie a Dio, la gente continua ad avere fiducia nei Sacerdoti, nel Vescovo, nella Chiesa; continua a frequentare la chiesa, mandano i bimbi al catechismo, sono generosi con i poveri ecc. Sta a noi dunque continua questo lavoro e non arrenderci sul più bello.

Anche noi sacerdoti siamo in difficoltà perché non avendo esperienza di cammino sinodale – cioè di lavorare insieme con i laici a tutti livelli – non siamo capaci di INDICARE LA STRADA DA SEGUIRE però abbiamo il dovere almeno di INVITARE a praticare, nei limiti del possibile, questo metodo.

Ieri sera, al Rosario dalle suore, citavo il famoso libro/testamento di Bonhoeffer RESISTENZA E RESA… e lo commentavo spiegando che in questo particolare momento della vita della Chiesa che registra carenza di vocazioni, abbandoni, scandali veri o presunti c’è bisogno di “resistere” e di “dare il massimo” per far conoscere e amare Gesù.

Tutti! E possibilmente tutti insieme.

Potrà venire anche il momento della resa ma lo vedo imrobabile perché Gesù ci ha promesso di restare con noi fino alla fine del mondo!

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