L’avevo incontrato l’ultima volta un anno fa, a Camaiore, e lo avevo trovato sofferente ma, tutto sommato, di buon umore.
Dopo le premesse d’obbligo relative alla salute avevamo subito dirottato il discorso sui funghi. Rolando infatti era, per tutti, il “fungaio”: da sempre fermava il furgone sulla piazza della chiesa (provvisto del relativo permesso del Comune e del sottoscritto) e faceva il suo mestiere intrattenendo gli acquirenti sugli argomenti più disparati visto che era un uomo intelligente.
Quando mi si presentò per la prima volta – a parte la sorpresa di avere un fungaio sulla piazza della chiesa – ci feci subito amicizia: mi chiese a quanto ammontava il disturbo…
Al mio diniego – non mi piace spillare soldi a chi lavora – mi ringraziò e mi ricompensò con un bel tagliere di polenta e funghi e due bottiglie di vino che accettai volentieri.
Quando avevo bisogno di funghi mandavo sempre qualche persona al posto mio ma lui capiva e aggiungeva sempre qualche “porcino” come omaggio.
Un giorno mi salvò la vita.
Nel parco di Roma Imperiale avevo scorto dei funghetti con il cappellino rosso e ne avevo raccolti un bel po’. Poi avevo raccolto anche un fungo gigantesco, tutto color bianco, bellissimo.
Giunto a casa feci subito controllare il cestino a Rolando che tirò tutto nel cestino posto a fianco della chiesa e mi spedì di corsa a lavarmi le mani. I funghetti erano buoni ma il maxi-fungo era velenosissimo (“satana”). Mi suggerì poi di provvedere alle Messe e di non invadergli il campo… perché avrei rischiato la pelle.
Domenica prossima, festa dell’Addolorata, lo ricorderò alla Messa delle 10.00.