200. IN CAMMINO – don Giuseppe Percich

Oggi, alle 15.30, nella chiesa di Querceta si terrà il funerale di don Giuseppe Percich. Mi piace scrivere qualcosa a ricordo della sua persona e del suo servizio pastorale.

Non avevo molta confidenza con lui anche se, a motivo dell’appartenenza allo stesso vicariato versiliese, ho avuto modo di incontrarlo in numerose occasioni. Sapevo però che mi stimava molto e mi gratificava spesso con i suoi messaggi augurali.

Era uno dei sacerdoti costretti alla fuga da Fiume e riparati a Pisa dietro al compianto Mons. Camozzo. Anche lui, all’epoca giovanissimo seminarista, aveva rischiato di fare una brutta fine. Aveva molti ricordi di quel periodo drammatico.

In particolare ricordava sia le appassionate prediche del mio predecessore di v.m. Mons. Sabucco nella cattedrale di Fiume per difendere gli italiani dalle angherie dei “titini” sia quelle, ugualmente appassionate, nella chiesa propositura di Querceta dove era stato inviato in qualità di “cappellano” di Monsignor Fascetti. Al riguardo mi aveva trasmesso una testimonianza che pubblicai nel 2011 nell’occasione del centenario della Parrocchia del Forte.

La sua vita si era snodata tutta in Versilia: dapprima, come già detto, come cappellano a Querceta, poi parroco a Vallecchia, successivamente Proposto a Seravezza e infine di nuovo cappellano a Querceta con la responsabilità della Vaiana e cappellano/confessore delle Suore del Vicariato.

In aggiunta al servizio pastorale in parrocchia aveva svolto egregiamente un altro importante servizio a livello nazionale come accompagnatore spirituale dei pellegrinaggi paolini di Milano con i quali aveva più e più volte visitato i santuari più importanti d’Italia e d’Europa (e forse anche in altre parti del mondo).

Con il suo comportamento signorile, proprio d’altri tempi, si era fatto una notevole cerchia di amici ed estimatori sia in Diocesi che altrove. Non aveva mai mancato, naturalmente, di assolvere lodevolmente ai suoi compiti di pastore sempre con il stile fatto di poche, essenziali parole e di molte opere buone. Anche nei confronti di noi confratelli era misurato nei suoi interventi e molto benevolo nei giudizi.

Non aggiungo altri particolari perché probabilmente voi lo conoscevate meglio di me. Soltanto una parola per la carissima Linda, conosciuta al tempo del servizio a Vallecchia, che lo accolse in casa al momento del suo ritiro e lo ha amorevolmente custodito fino all’ultimo giorno.

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