Corona virus 13

Ieri sera, solo soletto, nella chiesa in penombra mi sono fatto la Via Crucis. Ho preso la croce, ho recitato l’atto di dolore, ho invocato lo Spirito Santo e ho cominciato il percorso. La prima stazione è andata bene, la seconda idem; alla terza stazione mi ha assalito un forte smarrimento e i pensieri mi hanno portato lontano. Non dico che abbia dubitato dell’ efficacia spirituale del mio gesto ma qualche incertezza l’ho avuta. Poi, pensando agli ammalati, ai medici, a tutti coloro che spendono la vita per fare il proprio dovere, a voi che mi volete così bene, ho continuato fino alla fine. Ho baciato poi la reliquia della Santa Croce e sono rientrato in canonica più tranquillo.

Il dovere del sacerdote è ben indicato negli Atti degli Apostoli. Quando il collegio apostolico apre al servizio dei diaconi aggiunge queste parole: “Noi dobbiamo dedicarci alla preghiera e all’annuncio”.

Per un sacerdote, stancarsi di pregare per il suo popolo, corrisponde a un abbandono. Fatte salve le distanze è come se un medico abbandonasse i pazienti… o più precisamente ancora è come se una madre di famiglia abbandonasse le sue creature. E quindi il pericolo che ho corso non è stato da poco.

Bene, così mi sono confessato pubblicamente e mi sento più leggero nel cuore. Aspetto la vostra penitenza sperando che non sia troppo pesante.

A parte le battute guardiamo di starci vicini e di aiutarci gli uni gli altri. Chi vuole scambiare una parola (via mail) mi scriva a [email protected] grazie.

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