Ho deciso, da oggi, di scrivere i miei brevi articoli quotidiani alla sera in modo che possiate leggerli al mattino dopo per fare un po’ di meditazione. Alcuni mi chiedono il motivo per il quale ho accorpato i titoli… Pare che i grandi si divertano a leggere le lezioni che faccio per i piccoli e viceversa. Mettendoli insieme accontento gli uni e gli altri.
Vi dicevo ieri del clima pesante che si respira di questi tempi all’interno della Chiesa. Provo oggi a spiegarvi quali potrebbero essere i motivi e come uscirne. Papa Francesco, prendendo sul serio i documenti del Concilio, ha suggerito alla Chiesa universale di procedere in modo “sinodale” ossia, come dice il termine, di camminare tutti insieme, consacrati e laici, in armonia. Gli organismi di partecipazione, all’interno della Chiesa, non sono novità ma Papa Francesco ne ha fatto una questione di principio.
Solo che “camminare insieme” è terribilmente difficile. Anche nella società civile – lo vediamo in questi giorni di epidemia – si fa fatica a prendere decisioni unanimi: in genere si procede a maggioranza ma la cosa lascia sempre molti strascichi.
Lo stesso, purtroppo sta succedendo nella Chiesa. Non parlo delle singole parrocchie dove è facile trovarci, parlare e prendere delle decisioni di comune accordo. I problemi si cominciano ad avvertire già a livello di Unità pastorale e di Vicariato. E diventano pesanti nelle altre realtà comunitarie che vanno sotto il nome di “Sinodi”,”Consigli”, “Conferenze”, “Tavoli”. Intanto perché cresce in modo esponenziale il numero dei partecipanti. Poi perché ne fanno parte consacrati (vescovi, preti, diaconi, religiosi) e laici, uomini e donne, tutti con piena libertà di opinione e di intervento. Inevitabilmente quindi nascono pareri diversi e conseguenti discussioni. Quando poi si giunge alle conclusioni e a dover prendere delle decisioni nascono facilmente malumori perché chi si ritrova in minoranza (è brutto parlare così ma è la verità) si sente incompreso e allora o si autoesclude o si sfoga dicendo male … di tutti, incluso il Papa!
Papa Francesco, al riguardo, ha dato delle dritte ben precise che, se poste in atto, permetterebbero di superare brillantemente queste situazioni conflittuali: “franchezza” nel parlare, “pazienza” nell’ascoltare e soprattutto “fiducia” nello Spirito santo per discernere la volontà di Dio. Queste valgono per tutti, anche per noi! Cerchiamo di ricordarlo.
Sul tema del discernimento ci tornerò domani perché adesso mi preme scrivere qualcosa per i ragazzi della prima Comunione.