CARITÀ COME SOLIDARIETÀ, SUSSIDIARIETÀ, FRATELLANZA

Un patto intergenerazionale di sostegno reciproco è il fondamento delle società di mutuo soccorso. In un passaggio molto sentito dalla beneficenza alla previdenza, i lavoratori si adoperarono a partire dalla metà dell’Ottocento per dare vita a questi sodalizi. Oggi, ancora una volta, le società di mutuo soccorso sono chiamate a raccogliere e sfide del nostro tempo sulla base dei valori originari, intramontabili, in cui “ci si aiuta perché siamo fratelli”.

Umberto Tommasi, foto tratta dal volume "143 anni di solidarietà", Storia della società di mutuo soccorso di Forte dei Marmi
Umberto Tommasi, foto tratta dal volume “143 anni di solidarietà”, Storia della società di mutuo soccorso di Forte dei Marmi

DI SILVIA CECCHI

Solidarietà, sussidiarietà, fratellanza sono i valori su cui si fondano le società di mutuo soccorso, fiorite nella seconda metà dell’Ottocento, sopravvissute a due guerre mondiali, adeguate alle necessità dei tempi. Oggi queste organizzazioni vivono una nuova stagione in un contesto in rapida trasformazione, con profondi cambiamenti in ambito di welfare e lavoro.

“La nostra società è dinamica, ma escludente. È afflitta da un male che non è percepito ma esiste: la solitudine”, dice Umberto Tommasi presidente della società di mutuo soccorso di Forte dei Marmi e del coordinamento delle società di mutuo soccorso della Toscana.“Bisogna avere la forza di riaffermare i valori originari, che hanno portato le comunità a stringere un patto intergenerazionale di sostegno reciproco in cui ci si aiuta perché siamo fratelli”.

L’organizzazione fortemarmina conta circa trecento soci, ugualmente suddivisi tra persone di giovane, media e avanzata età. Garantisce sussidi ordinari e straordinari e promuove attività di utilità sociale e culturale. I primi riguardano principalmente sussidi di anzianità, mentre i secondi sono rivolti a coloro che si vengono a trovare in situazione di particolare disagio, causato ad esempio da malattia o lutto. È previsto, inoltre, il sostegno in favore di figli minori di soci prematuramente scomparsi fino al compimento della maggiore età. Da notare, poi, che in questo momento si registrano tante richieste dovute alla difficile situazione economica, cui l’organismo cerca di offrire risposte nel rispetto del proprio ordinamento.

La normativa che regola queste organizzazioni, risalente al 1886, è stata modificata nel 2012 e seguita dalla legge regionale del 2014, che riconosce la funzione sociale delle mutuo soccorso e il loro patrimonio storico, fortemente voluta dal coordinamento toscano. I sodalizi hanno riformato i propri statuti, adeguandosialle necessità contemporanee: “Fino a poco tempo fa si parlava di stato sociale diffuso. Oggi si va verso lo stato sociale di comunità, del territorio nel territorio”, dice il presidente. “Le società di mutuo soccorso nel panorama moderno si configurano come collettori di domanda. Ci stiamo organizzando per essere interlocutori verso i prestatori di servizi sanitari allo scopo di abbattere i costi o i tempi d’attesa per i soci eper coloro che vorranno iscriversi, in modo che, attraverso il versamento di una quota annuale, possano avere accesso a utili agevolazioni”.

Inaugurazione della ristrutturazione della sede nel 2005
Inaugurazione della ristrutturazione della sede nel 2005

“Questi organismi – aggiunge Tommasi – vennero costituiti per far fronte ai bisogni che non trovavano risposte nel contesto del 1800. Oggi, pur essendo garantiti i livelli essenziali di assistenza, molti cittadini si rivolgono alla sanità privata per problemi cui il pubblico, anche per mancanza di risorse, non è più in grado di dare garanzie. Le società, se ben organizzate, possono rimettere al centro il proprio ruolo come soggetti di privato sociale in grado di offrire servizi all’altezza del tempo in cui viviamo”.

Il presidente ritiene inoltre che sarebbe utile individuare una serie di interventi solo apparentemente più semplici, come l’assistenza a soci in situazioni di solitudine o nella cura della casa, dando una risposta a bisogni che in realtà sono causa di profondi malesseri. “Quando una persona è sola le difficoltà appaiono insuperabili, ma anche una parola di conforto e di speranza può essere determinante: la condivisione porta un senso di sollievo nel cuore, permette di dormire e superare la notte”.

Il presidente auspica che si possa trovare una forma di collaborazione in questo senso tra istituzioni, mondo del volontariato e realtà parrocchiali per creare una rete di sostegno a favore degli abitanti, pur senza invasione di campo rispetto alle reciproche competenze. “In un territorio dal benessere apparentemente diffuso come Forte dei Marmi ci sono sacche di povertà anche dignitosa che non emergono. Potrebbe essere utile costituire un coordinamento tra gli organismi presenti sul territorio per condividere informazioni, conoscenze e risorse al fine di aiutare i compaesani che si trovano in difficoltà. Finora questo non è avvenuto, perché risulta difficile far passare il concetto di insieme”, fa notare Tommasi.

La storia delle società operaie di mutuo soccorso ha avuto origine nel periodo preunitario con la costituzione della prima organizzazione in Piemonte, a Pinerolo, dove fu colta la possibilità offerta dallo statuto albertino che consentiva, all’articolo 32, la possibilità di riunirsi in luogo pubblico in pace e senz’armi. Dopo l’unità d’Italia, questi sodalizi si diffusero su tutto il territorio in modo capillare, toccando il massimo sviluppo agli inizi del Novecento. Non essendovi protezioni sociali,  infatti, gli operai avevano sentitoil bisogno di dare vita a queste associazioni solidaristiche per garantirsi da eventuali malattie o inabilità al lavoro e per assicurare in qualche modo la propria senilità tramite il versamento di una quota periodica.

Esterno della sede della Società di mutuo soccorso di Forte dei Marmi
Esterno della sede della Società di mutuo soccorso di Forte dei Marmi

“Il porre l’accento sulla reciproca mutualità stava ad indicare il salto netto effettuato rispetto alle vecchie arciconfraternite e alle dame della carità: questa volta erano gli artigiani, gli operai e, in misura minore, i contadini che si organizzavano per pensare al proprio futuro. Era molto sentito il passaggio dalla beneficenza alla previdenza, dalla carità al mutualismo, è scritto nell’introduzione al ‘Censimento storico delle società di mutuo soccorso in Toscana’ (Firenze, Pisa, Lucca, Livorno) a cura di Sandra Cerrai e Federico Zavattone, promosso su spinta dello stesso presidente del coordinamento.

“Le mutuo soccorso, oltre al ruolo canonico per le quali erano nate, svolsero una grande opera di educazione civile di massa”, è scritto ancora nel testo. “Erano portatrici di valori risorgimentali, in gran parte schierate per lo Stato nazionale e per la sua autonomia dal potere religioso”. Nel tempo“divennero un nuovo e potente soggetto politico, la prima forma di organizzazione operaia moderna”.

Queste associazioni si ridimensionarono quando il mondo del lavoro iniziò ad essere più organizzato ed i lavoratori beneficiarono di assistenze e tutele. In questo quadro è da ricordare anche il collegamento tra le SMS e le pubbliche assistenza, da cui quest’ultime hanno avuto origine.

La società di mutuo soccorso fortemarmina venne costituita nel 1871 e nel 1901 dette origine alla Croce Verde, allo scopo di garantire il pronto soccorso ad una comunità di cittadini e villeggianti in forte crescita.

La SMS ha sempre avuto sede nel complesso dove si trova oggi, in via Montauti, nel centro diForte dei Marmi, oggetto di un’importante ristrutturazione completata nel 2005. Nella sede si trovano gli uffici dell’organismo, servizi medici convenzionati per i soci, studi di professionisti, locali commerciali e al terzo piano una sala polifunzionalea disposizione della comunità, gestita da un circolo ricreativo aperto al pubblico con un semplice tesseramento. Molta attenzione viene dedicata al rapporto con le scuole e alla promozione di iniziative educative rivolte ai giovani. Tra queste ricordiamo il premio letterario intitolato a Simonetta e Marco Navari, soci prematuramente scomparsi, di cui la società è promotrice dal ’94, e la manifestazione di educazione ambientale “Palalupo”. “Abbiamo promosso temi su questioni di attualità, salute, ambiente, solidarietà, perché i bimbi si calino nel contesto in cui vivono”, spiega Umberto Tommasi. “L’educazione migliore si dà nei primi anni di vita delle persone e riteniamo importante offrire il nostro contributo”.

In questo senso la mutuo soccorso fortemarmina porta avanti un’attività cui si è dedicata fin dalle sue origini, quando si prodigava per la formazione e l’istruzione dei lavoratori, giudicandole fondamentali per il progresso della persona e della comunità. Nella sua sede, inoltre, vennero ospitate alcune classi elementari su richiesta dell’amministrazione finché non fucostruita la scuola comunale. Nel 1920 il sodalizio poi fu eretto ente morale. Sempre in linea con quanto fatto in passato, la Mutuo Soccorsosi è dimostrata sensibile anche alle emergenze che hanno colpito negli anni il territorio versiliese oltre Forte dei Marmi, offrendo il proprio contributo in sostegno degli abitanti.

Il presidente Tommasi, che ricopre tale carica dal 1992, crede fortemente nel ruolo delle società di mutuo soccorso. La sua passione traspare in modo evidente mentre ci riferisce dei prossimi progetti a livello locale, regionale e nazionale (è membro infatti anche della Fimiv, la struttura di rappresentanza a livello italiano delle SMS) perché queste organizzazioni siano in grado di raccogliere le sfide del nostro tempo. “La nostra società è apartitica, non apolitica. Ci occupiamo infatti attivamente di politiche gestionali e organizzative finalizzate al bene dei soci”, commenta.

Quando penso a quelle persone che nell’Ottocento non avevano nulla e che dal nulla hanno costituito un’organizzazione che permettesse loro di avere sicurezza e di non essere sole, sento la responsabilità di non arrenderci di fronte alle difficoltà dell’epoca in cui viviamo”.

Puntualizzando rispetto a una nostra domanda, il presidente infine conclude: “Nella nostra realtà specifica non si può parlare di carità, perché l’attività del mutuo soccorso si fonda su un patto di reciprocità. Tuttavia i principi cardine della nostra organizzazione, ovvero la sussidiarietà, la solidarietà e la fratellanza, costituiscono valori intramontabili che la società intera dovrebbe trovare la forza di riaffermare per il suo stesso bene”.

Maggio 2016

 

 

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