IL SEGRETO DELL’ACCOGLIENZA

Paolo Corchia

Forte dei Marmi, nota per essere stata storicamente luogo prescelto da nobili, intellettuali e imprenditori, si conferma un centro turistico apprezzato a livello internazionale. Gli alberghi si sono sempre più qualificati, ma hanno saputo anche mantenere quel particolare legame affettivo con tanti clienti che da sempre scelgono di tornarvi: “Ci troviamo in un luogo straordinario, dalla suggestione unica”, commenta Paolo Corchia, manager dell’Hotel President, ai vertici di Federalberghi e presidente dell’associazione albergatori locale.

di SILVIA CECCHI

La poesia scritta per la prima delle sue due nipoti, che si chiamano Maria Luce e Beatrice, introduce l’amore per la famiglia e per il territorio che caratterizzano la personalità di Paolo Corchia.

Il vicepresidente nazionale di Federalberghi, presidente della stessa categoria della Toscana da dieci anni e dell’Associazione albergatori di Forte dei Marmi dal ’99 è molto legato alla Versilia, che ha sempre cercato di valorizzare attraverso il proprio lavoro.

Il suo impegno nell’accoglienza turistica è iniziato nel 1984 insieme alla persona con cui ha formato una famiglia, Maria Teresa Natali. Alla guida dell’Hotel President ha seguito l’evoluzione del paese a quel momento composto da un centinaio di alberghi, tra cui molte piccole pensioni, sorte dal boom turistico che interessava il territorio. “Con l’espansione del settore a livello nazionale e internazionale Forte dei Marmi si è trasformato, il mercato immobiliare ha costituto una risorsa importante per le famiglie del territorio, le piccole strutture sono diventate appartamenti di lusso, è aumentata la classificazione degli alberghi”.

Oggi Forte dei Marmi conta una cinquantina di strutture ricettive che offrono servizi di qualità e professionalità di livello: “La concorrenza è aumentata, le persone hanno l’abitudine di fare più vacanze durante l’anno e sono maggiormente portate al confronto”, spiega il presidente Corchia. “Con lo sviluppo di altre destinazioni abbiamo avvertito un periodo di crisi, tuttavia la fedeltà delle famiglie che da sempre venivano al Forte non è venuta meno. Il paese si è tenuto al passo coi tempi e l’ambiente ha fatto il resto: “Forte dei Marmi è un luogo straordinario: il paesaggio somiglia a una danza, a una sorta di abbraccio tra i monti e il mare, che provoca una suggestione unica. Siamo fortunati a poter lavorare in un posto così bello.

La località è stata prescelta fin dal principio da nobili, imprenditori e professionisti di alto livello, da intellettuali e artisti. L’Hotel President annovera tra i suoi clienti di un tempo molte personalità di spicco: “Sembrava di leggere un po’ di storia d’Italia”, ricorda Corchia. “Di quel periodo rammento la particolarità dell’arrivo dei bauli, che precedevano gli ospiti. I clienti si trattenevano qua da noi per due o tre mesi”.

A partire dagli anni Novanta si è registrato un aumento della clientela proveniente dai tradizionali paesi europei di riferimento e dall’inizio del nuovo millennio di quella russa e araba del Medio Oriente. L’interesse per il territorio fortemarmino ha determinato anche un incremento di voli da queste zone verso lo scalo di Pisa.

Il fenomeno del turismo russo è stato etichettato in maniera sommaria”, dice Corchia. “Sono stati professionisti e intellettuali ad apprezzare per primi la nostra area e a farla conoscere nei loro paesi. Come Associazione degli albergatori in collaborazione con l’amministrazione comunale nel tempo abbiamo promosso iniziative per favorire la conoscenza reciproca”.

Un altro dei segreti di Forte dei Marmi è il rapporto di familiarità che comunemente si instaura tra gli operatori e la clientela, favorito anche dalla dimensione non eccessiva delle strutture. “I punti di forza di un albergo dono due: cordialità e servizi. Le nostre strutture hanno ampliato sempre di più l’offerta per attrarre clienti in base alle nuove richieste, penso ad esempio a servizi di fitness e benessere. Ugualmente importante è il rapporto di amicizia che si è in grado di instaurare con gli ospiti”.

Esterno hotel President

Nel caso dell’Hotel President, ad esempio, ci sono persone che frequentano l’albergo fin dall’inizio della sua attività: “Con molti dei nostri clienti siamo invecchiati insieme”, dice Paolo Corchia. “Purtroppo la crisi economica del 2007, che ha colpito duramente tante famiglie, in alcuni casi ha spezzato questi rapporti”.

All’Hotel President anche le relazioni tra la direzione e i propri collaboratori sono ottime: “Credo che un imprenditore debba fondare la propria attività su principi etici. Con il personale ci deve essere un rapporto di fiducia e piena collaborazione. Bisogna fare squadra. Non ci possono essere tensioni e se ci sono vanno risolte. I clienti devono trovare armonia e cortesia. Bisogna saper sempre sorridere”.

Il settore degli alberghi è sottoposto a sedici organi di controllo e a migliaia di leggi: “Come Federalberghi siamo molto attenti alla formazione dei dipendenti. L’aggiornamento professionale e l’adeguamento costante delle strutture sono essenziali per costituire un punto di eccellenza nel settore. Il nostro è un lavoro complesso ed è necessario un continuo adeguamento. Abbiamo bisogno, però, che le amministrazioni pubbliche ci sostengano nel continuo processo di riqualificazione”.

Gli alberghi sono le nostre fabbriche, le nostre strutture produttive” puntualizza il presidente. “Danno lavoro a tante persone. Vorremmo più considerazione per questo. Per tale ragione chiediamo alle istituzioni competenti provvedimenti che aiutino il comparto, come una riduzione della burocrazia e del carico fiscale, oltre a un piano alberghi che consenta appunto di adeguare le strutture alle sempre nuove richieste per affrontare la concorrenza”.

Veduta dall'hotel President

A livello locale, inoltre, il rappresentante degli albergatori ritiene che sarebbe necessario promuovere iniziative in grado di allungare la stagione lavorativa, come l’organizzazione di eventi, manifestazioni sportive, attività congressuali. “Le battaglie più belle che ho combattuto nei miei anni di presidenza per il nostro territorio sono state di carattere ambientale: per un mare sicuro e pulito, contro l’erosione della spiaggia, contro impianti industriali e discariche non idonee allo sviluppo economico e turistico dell’area”.

Insieme alle altre categorie economiche, poi, l’associazione ha contribuito al “Progetto sicurezza”, reso possibile dalla legge Minniti, che prevede che i Comuni possano assumere personale di polizia municipale stagionale, di rinforzo all’organico, tramite fondi messi a disposizione appunto dai privati.

Da parte dell’organismo c’è attenzione naturalmente anche alla gestione da parte di operatori stranieri di importanti strutture ricettive del territorio. “L’internazionalizzazione del Forte ha fatto sì che almeno cinque alberghi siano in mano a magnati russi. Due sono già funzionanti, mentre tre destano preoccupazione perché fermi da qualche anno. È difficile capire come evolverà la situazione. Come associazione albergatori abbiamo sollecitato l’amministrazione comunale perché la situazione si sblocchi per il bene del paese”.

L’amore per il proprio ambiente caratterizza da sempre la vita di Paolo Corchia, che, prima di approdare al settore dell’accoglienza turistica, ha svolto per vent’anni la professione di insegnante. Nato nel ’50 a Pontremoli, è cresciuto in una famiglia legata alla cultura e animata da una fede profonda. “Non voglio passare per uno straordinario praticante – dice sorridendo – ma sono cresciuto imbevuto di questo sapere. Mia madre, Alba Podestà, era una donna molto religiosa. Ha lasciato degli scritti, elaborati durante la malattia che l’ha portata via ancora giovane, contenenti una testimonianza di fede straordinaria”.

Il padre Aldo era laureato in lettere alla Cattolica di Milano. È stato preside di scuola, giornalista, amministratore pubblico. Per esigenze di lavoro la famiglia da Pontremoli si è trasferita nella zona di Massa. Secondo di sei fratelli, Paolo si è laureato in filosofia a Pisa durante gli anni tumultuosi della contestazione.

“Appartengo a una generazione che si è scontrata con i padri, ha disprezzato i loro ideali, ha deriso i loro sogni”, scrive il figlio nell’introduzione alla raccolta di poesie “Briciole e gocce”, composte da Aldo: “Non so quando mio padre ha iniziato a scrivere versi; non ho mai avuto, forse per pudore più suo che mio, eccessiva confidenza con lui”. Sempre nell’introduzione spiega che Aldo “intuiva la pienezza di vita e la regalità che si possiedono quando semplicemente si è e si vive a fondo il presente, anche brevissimo come quello di un fiore, senza oscurarlo con l’ansia del domani, senza svalutarlo per la sua brevità, senza bruciarlo nell’affanno di raggiungere qualcosa d’altro che non è mai”.

Penso che le semplici poesie di questa raccolta siano una lezione per noi, smaniosi faccendieri del presente, capaci solo di distruggerci la vita nella perenne e insicura ricerca di qualcosa d’altro per sentirci esistere, offuscando con la nostra angoscia, la regalità delle cose”.

Paolo Corchia ha insegnato italiano, storia e filosofia in istituti superiori della Lunigiana. Di quel periodo ha un ricordo molto bello: “Avevo una vocazione per l’insegnamento. Con gli studenti c’era un rapporto di stima e di rispetto, considerando anche che a ventiquattro anni mi sono ritrovato a insegnare a giovani di diciotto anni”.

Educare è un mestiere difficile. A volte bisogna sostituire i genitori, aiutare chi è in difficoltà, evitare situazioni di bullismo. Apprezzo molto il nostro parroco don Piero che sottolinea sempre l’importanza del ruolo dell’educatore”. Secondo Corchia gli studenti sono i primi giudici di ciò che gli insegnanti sono sia umanamente che professionalmente. “Il più grande regalo che possiamo ricevere è incontrare uomini di quaranta o cinquant’anni che ci ringraziano per quello che gli abbiamo dato e insegnato”.

Quando suo suocero, che voleva diversificare la propria attività, chiese a lui e a Maria Teresa se potevano essere interessati alla gestione dell’Hotel President, Paolo ha messo altrettanta passione e dedizione in questo ambito, ottenendo risultati e incarichi degni di nota.

Le sorelle Natali sono inoltre titolari dell’hotel-residence “Villa Undulna – Terme della Versilia” al Cinquale.

Paolo e Maria Teresa sono una coppia molto unita, che collabora appunto anche sul lavoro: “Lei è laureata in economia e commercio e ha delle ottime capacità amministrative”, spiega Paolo. “Entrambi, però, abbiamo dovuto imparare a muoverci nel mercato turistico”. L’albergo dispone anche di uno stabilimento balneare “Bagno Marzia-Hotel President”, a pochi passi dalla struttura.

A coronare il tutto ci sono la figlia di Maria Teresa, Francesca, suo marito Lorenzo e le nipoti, che costituiscono da sempre anche la famiglia di Paolo.

 

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