446. IN CAMMINO – donna…

Oggi, 8 Marzo, si celebra la festa delle donne. Una festa doverosa visto quanto riescono a fare le donne per la famiglia, per la professione, per la chiesa, per l’educazione dei giovani, per la pace e… per tante altre cose!

È giusto quindi riservare loro questa breve nota insieme con tanti auguri.

Detto questo vi invito, se vi sarà possibile, a venire questa sera in chiesa per una preghiera speciale a favore delle madri ucraine e russe che hanno perduto i figli in questa stupida guerra.

Quando i figli sono morti non ci sono distinzioni da fare: sono morti e basta. Il dolore è lo stesso e anche il suffragio è lo stesso. A giudicare, nel bene e nel male, ci penserà il Signore e non noi.

Questa sera dunque esporrò al centro della chiesa l’icona ortodossa della Madonna addolorata. Preferisco fare così perché penso (o spero) che ci saranno anche rappresentanti delle due comunità a pregare insieme con noi.

L’icona è già presente in chiesa dall’inizio della Quaresima ma non avevo avuto fino a oggi l’occasione di presentarvela e farvela conoscere.

Non è niente di speciale però aiuta a riflettere: proprio davanti a icone come questa, in questo stesso momento, pregano e piangono migliaia di persone… i giovani morti negli scontri armati o negli scoppi degli ordigni bellici infatti sono numerosi da una parte e dall’altra!

C’è poi il dramma dei piccoli, dei bambini e delle bambine, vittime della crudeltà dei grandi. Una strage degli innocenti che non fa notizia se non per qualche momento prima di finire nel “cestino” della storia.

Ma il Signore non dimentica e così noi non vogliamo e non possiamo dimenticare tanto dolore.

Vi aspetto. dP

445. IN CAMMINO – Ucraina

La guerra, purtroppo, non si ferma e questo determina – oltre tutto il resto – anche delle vere e proprie crisi di fede. Alcuni mi chiedono come sia possibile che, nonostante le preghiere, tutto continui come prima…

Non sto raccontando frottole. Ieri ho visto persone piangere e ho ascoltato sfoghi drammatici di uomini e donne interiormente distrutti.

Provo quindi a rispondere, come è mio dovere, facendo presente però che la mia risposta non potrà essere risolutiva perché il “problema del male” è in buona parte un problema senza risposta e se anche lo fosse sarebbe di scarsa consolazione per chi porta sulle spalle la croce dell’ingiustizia.

Inizierei proprio da questo ultimo punto. Il problema del male. La dottrina cattolica accenna al “mysterium iniquitatis” che indica non tanto un generico principio del male in competizione col principio del bene quanto un misterioso protagonista, il demonio appunto,  che fa di tutto per indurre gli uomini al male.

Ma la domanda di cui sopra non riguarda tanto il demonio in sé quanto l’apparente silenzio di Dio alle suppliche degli innocenti e dei suoi fedeli.

Perché non risponde… perché non fa qualche miracolo per dimostrare il suo amore per i piccoli e i tanti poveri innocenti costretti a subire ogni violenza?

Sempre la dottrina cattolica ci insegna, facendo riferimento alla Sacra Scrittura, che il Signore è al nostro fianco e soffre con noi e per noi. Gli è però di impedimento la sciocca pretesa dell’uomo di risolvere i propri problemi in autonomia cioè senza riferimenti a Lui.

E qui si entra nel cuore per problema: lo stesso demonio che provoca il male instillando nella mente e nel cuore degli uomini perversi la cattiveria interviene pure nell’instillare il dubbio  – perché non fa un miracolo? -nella mente e nel cuore dei suoi fedeli.

Illuminante la “tentazione ” demoniaca -l’ultima, rivolta a Gesù- letta nel vangelo di ieri: perché non fai un “miracolo” e così tutti crederanno in Te.

Sottinteso… così non crederanno in Te per amore ma solo perché “costretti” psicologicamente dal miracolo. Dunque il Signore, a questo punto, sarebbe “padrone” e non Padre delle sue libere creature. Un “padrone” che pretende di essere amato!

Ecco il punto. Noi ci aspettiamo il miracolo. Il miracolo che il Signore metta a tacere, d’imperio, i cattivi e sempre d’imperio costringa tutti a credere in Lui. Cosa questa impossibile perché Dio vuole essere amato liberamente e non per costrizione.

Capisco che questo argomentare – prettamente dottrinale – sia inutile di fronte alle tante sofferenze di questi giorni. Ma essere consapevoli della “sofferenza” inferta a Dio oltre che ai fratelli può però essere utile per individuare delle soluzioni.

In questo momento, ad esempio, è entrata in canonica una signora “russa” che vuole a tutti i costi aiutare i “fratelli” ucraini. Perchè? Perchè sono “fratelli” in Dio e con Dio non si scherza.

CHIUDO la nota invitandovi domani sera, alle 21.00 a venire in chiesa per la VIA MATRIS a favore delle vittime ucraine della guerra. Invitate tutte le persone ucraine e russe che conoscete. GRAZIE.