1338. IN CAMMINO – Sono tornato (1)

Sono tornato dal pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e mi accingo a scrivervi qualcosa sull’argomento.

Intanto mi scuso per non avervi avvisato della temporanea interruzione della mail quotidiana: me ne ero dimenticato! Non così i lettori che, preoccupati per il mio forfait, mi hanno tempestato di telefonate per assicurarsi delle mie condizioni di salute. Anche la Silvia, la direttrice responsabile del blog e della rivista, riprende servizio dopo la pausa-ferie.

Come avevo già accennato ai miei compagni di viaggio vorrei mettervi al corrente, seppure in modo sommario, dei particolari più importanti (sarebbe meglio dire più sentìti) di questo pellegrinaggio.

Prima di tutto però voglio parteciparvi la mia gioia per il possibile accordo raggiunto nella terra di Gesù fra Israele e Hamas per la pace. In questi due anni abbiamo pregato intensamente perché si raggiungesse un’intesa a favore degli ostaggi israeliani da una parte e del popolo palestinese dall’altra. Adesso che ci siamo vicini ringraziamo il Signore e auguriamoci che si giunga a un’intesa solida.

La nostra preghiera è stata una preghiera costante, di tutti i giorni. Una preghiera presentata al Signore da tutti coloro che frequentano la chiesa (e anche da chi la frequenta poco o niente).

A questo punto posso anche offrirvi un primo cenno relativo al primo giorno del nostro pellegrinaggio. Il frate celebrante, verso la fine della Messa, si è messo a piangere, vinto dalla commozione, nel momento in cui ricordava un suo umile confratello morto da alcuni anni.

Questo particolare mi (ci) ha fatto riflettere sul fatto che – come insegna Padre PIo – le preghiere, e soprattutto la Messa, devono essere accompagnate dalle lacrime per essere davvero vere ed efficaci.

Come è possibile celebrare o partecipare alla Messa come fosse uno spettacolo? Si rivive il Calvario con tutto quello che ne è seguito – la Risurrezione – ma anche con quello che lo ha preceduto: la dolorosa passione offerta per la nostra redenzione!

Come possiamo raccomandare al Signore, sempre durante la Messa, i nostri cari vivi e defunti senza avere un moto d’affetto per loro?

Le Messe di Padre Pio duravano ore… durante la celebrazione spargeva calde lacrime unito a Gesù nell’offerta della sua vita e unito ai suoi figli spirituali ammalati nel corpo e nell’anima e spesso anche vessati dal demonio!

1337. IN CAMMINO – Primo Venerdì del mese

Non mi dite che è una pratica ormai superata. Penso invece che sia attualissima con i tempi che corrono e vedono i nostri giovani (incluse le ragazze) completamente sbandati.

Si tratta di una devozione antica legata alla festa del Sacro Cuore di Gesù e alle “promesse” comunicate misticamente alla suora francese santa Margherita M. Alacoque che prevede la S.Comunione  per nove mesi consecutivi da Ottobre e fino al Giugno dell’anno successivo.

Dato che oggi è il primo Venerdì del mese di Ottobre ritengo opportuno spendere una parola su questa pia pratica a cominciare dai miei ricordi prima di bambino e poi di adolescente.

La nonna Giulia, donna religiosa ma non bigotta, conosceva soltanto l’ultima di queste promesse che assicurava a chi avesse praticato anche soltanto una volta nella vita la devozione del primo Venerdì del mese con tanto di Confessione e Comunione la “salvezza finale” ossia la morte in grazia di Dio e quindi il Paradiso.

Per questo motivo aveva avviato i figli, freschi di Prima Comunione, alla pia pratica accompagnandoli personalmente per i nove primi venerdì dei mesi successivi all’estate, in una sorta di gestazione spirituale. E aveva convinto anche il fratello, avv. Umberto, a fare altrettanto….

E tutti e cinque – sarà stato un caso ma non credo… – sono morti in grazia di Dio: la zia Emma, la zia Ida, il mio papà Varisello, lo zio Varese e lo zio Umberto sono morti in grazia di Dio! TUTTI!

Ormai adolescente e iscritto come interno al S.Caterina avevo iniziato a frequentare la mia parrocchia di San Lorenzo alle Corti (anche se abitavo a Navacchio) scoprendo che anche il parroco, Mons. Brunetti, era quasi “fanatico” di questa devozione che a suo dire dava ottimi risultati pastorali.

Ogni primo Venerdì del mese, da Ottobre e fino a Giugno, offriva ai parrocchiani una celebrazione speciale, dopo cena, riservata soltanto agli uomini.

Ricordo di celebrazioni con la chiesa colma di uomini… giovani e meno giovani che, dopo una rapida confessione, ricevevano devoti la Comunione.

L’iniziativa cessò – antipatico a dirsi – quando alcune donne “cattolicissime” pretesero di partecipare pure loro a questa celebrazione serale: anche loro avevano la loro celebrazione in orario pomeridiano ma evidentemente reclamavano la “parità di genere!

E questo, come aveva previsto il mio vecchio parroco, allontanò dalla pratica un buon numero di uomini vinti dal così detto “rispetto umano” (si vergognavano di farsi vedere dalle donne genuflessi alla balaustra per ricevere la Comunione).

Detto questo faccio appello ai genitori e ai ai nonni del nostri giovani perché riprendano questa bella tradizione che ha salvato l’anima a tante persone.