Sono in ritardo, lo so. Addirittura stavo per dimenticare questo appuntamento quotidiano: la stanchezza e tutto il resto stavano per giocarmi un brutto tiro. Ma per fortuna mi sono ripreso ed eccomi, di nuovo, a voi carissimi amici.
Ho intitolato questa nota “contemplazione” perché ho scorto proprio in questi giorni un anziano signore che che se ne stava, in assoluto silenzio e spalle all’altare, davanti al quadro di Padre Pio.
Era così assorto in preghiera che quasi non si era accorto della mia presenza. Non ero vicinissimo, è vero, perché l’esperienza mi ha insegnato che non sta bene fermarsi vicino a chi prega intensamente: è una regola di galateo religioso non disturbare chi prega…
Ciò nonostante ero in grado di osservare e di capire la tensione interiore che lo stava portando, guardando il “santo”, a contemplare il “Santo”.
È inevitabile infatti che, riflettendo sulla santità degli uomini, si raggiunga e si gusti la santità di Dio, artefice e custode della santità degli uomini.
E a quel punto il tempo scorre, le persone ci passano a fianco ma non ce ne accorgiamo perché gustiamo, qui in terra, la realtà del Paradiso: la visione si fa contemplazione che è come dire vita, respiro, assoluto…
Io non sono un mistico. Però ho conosciuto, anche da vicino, alcuni che hanno avuto questo speciale “dono di grazia” e vi assicuro che è una esperienza formidabile.
Ringrazio Dio quindi per questo anonimo personaggio che mi ha fatto riflettere sul “mistero” di Dio.