476. IN CAMMINO – preti cattolici in Ucraina

La Pasqua è andata bene: molte le presenze e grande la devozione. Però lo spettro della guerra ha spento la gioia per esserci finalmente rivisti (anche se mascherati) dopo due anni di assenza.

Già, la guerra. Siamo davvero angosciati per tante crudeltà e non solo. Mi riferisco, ad esempio, a un particolare che riguarda i miei confratelli  preti che stanno passando un momento davvero drammatico.

Com’è noto in Ucraina insieme alla chiesa ortodossa fedele a Mosca (Patriarca Kirill),  a quella ortodossa fedele a Costantinopoli (Patriarca Bartolomeo) c’è anche una forte realtà di cristiani cattolici di rito bizantino ma fedeli al Papa.

Non sono pochi. Fra Leopoli, Kiev e Karkiv (non sono sicuro che si scriva così…) sono, anzi erano, quasi 6/7 milioni di fedeli.

Adesso sono sparsi in mezza Europa, inclusa l’Italia e quindi le comunità sono in crisi di presenze: i sacerdoti cattolici, tutti sposati perché laggiù non c’è l’obbligo del celibato, sono riusciti a mettere in salvo la famiglia ma loro, essendo rimasti, stanno facendo la fame.

Anche soltanto contattarli è diventato un problema: proprio stamani ho parlato di persona con don Kuriakose, uno degli incaricati della Santa Sede per i preti orientali, che si è messo le mani nei capelli tanto è drammatica la situazione.

L’unica speranza è che la guerra finisca prima possibile ma, al riguardo, la speranza è poca – sempre a sentire don K. – quasi nulla, visto l’orgoglio degli Ucraini e la testardaggine dei russi.

Non ci dimentichiamo quindi di loro: seguiamoli con la preghiera e, se e quando sarà possibile, pensiamo ad aiutarli.