1337. IN CAMMINO – Primo Venerdì del mese

Non mi dite che è una pratica ormai superata. Penso invece che sia attualissima con i tempi che corrono e vedono i nostri giovani (incluse le ragazze) completamente sbandati.

Si tratta di una devozione antica legata alla festa del Sacro Cuore di Gesù e alle “promesse” comunicate misticamente alla suora francese santa Margherita M. Alacoque che prevede la S.Comunione  per nove mesi consecutivi da Ottobre e fino al Giugno dell’anno successivo.

Dato che oggi è il primo Venerdì del mese di Ottobre ritengo opportuno spendere una parola su questa pia pratica a cominciare dai miei ricordi prima di bambino e poi di adolescente.

La nonna Giulia, donna religiosa ma non bigotta, conosceva soltanto l’ultima di queste promesse che assicurava a chi avesse praticato anche soltanto una volta nella vita la devozione del primo Venerdì del mese con tanto di Confessione e Comunione la “salvezza finale” ossia la morte in grazia di Dio e quindi il Paradiso.

Per questo motivo aveva avviato i figli, freschi di Prima Comunione, alla pia pratica accompagnandoli personalmente per i nove primi venerdì dei mesi successivi all’estate, in una sorta di gestazione spirituale. E aveva convinto anche il fratello, avv. Umberto, a fare altrettanto….

E tutti e cinque – sarà stato un caso ma non credo… – sono morti in grazia di Dio: la zia Emma, la zia Ida, il mio papà Varisello, lo zio Varese e lo zio Umberto sono morti in grazia di Dio! TUTTI!

Ormai adolescente e iscritto come interno al S.Caterina avevo iniziato a frequentare la mia parrocchia di San Lorenzo alle Corti (anche se abitavo a Navacchio) scoprendo che anche il parroco, Mons. Brunetti, era quasi “fanatico” di questa devozione che a suo dire dava ottimi risultati pastorali.

Ogni primo Venerdì del mese, da Ottobre e fino a Giugno, offriva ai parrocchiani una celebrazione speciale, dopo cena, riservata soltanto agli uomini.

Ricordo di celebrazioni con la chiesa colma di uomini… giovani e meno giovani che, dopo una rapida confessione, ricevevano devoti la Comunione.

L’iniziativa cessò – antipatico a dirsi – quando alcune donne “cattolicissime” pretesero di partecipare pure loro a questa celebrazione serale: anche loro avevano la loro celebrazione in orario pomeridiano ma evidentemente reclamavano la “parità di genere!

E questo, come aveva previsto il mio vecchio parroco, allontanò dalla pratica un buon numero di uomini vinti dal così detto “rispetto umano” (si vergognavano di farsi vedere dalle donne genuflessi alla balaustra per ricevere la Comunione).

Detto questo faccio appello ai genitori e ai ai nonni del nostri giovani perché riprendano questa bella tradizione che ha salvato l’anima a tante persone.

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