C’è tanta confusione al riguardo…
I creduloni pensano che sia sufficiente passare una porta per essere perdonati. Gli scettici al contrario pensano che si tratti di una macchinazione per spillare soldi. I colti rimandano alla polemica di Lutero. Gli incolti la confondono col suffragio. Gli storici malevoli citano Bonifacio VIII. Quelli benevoli San Francesco ecc.
Anche fra noi sacerdoti – sembrerà strano – c’è chi spara balle (in buona fede) asserendo l’inutilità di questa antica tradizione visto che le condizioni – fra queste il “distacco perfetto” dal peccato anche soltanto veniale – risultano impossibili.
In questa sede non me la sento di ribattere. La superbia è il primo, nell’ordine, dei peccati capitali … Mi limiterò a scrivere qualcosa ” ad usum delphini cioè per le persone che amo (i miei cari parrocchiani) sul bollettino di Domenica prossima.
In un primo momento per chiarire il significato dell’indulgenza e in un secondo la differenza fra il suffragio (la Messa di …) e l’indulgenza.
Questo che segue è il primo articolo:
INDULGENZA
Tutte le sere alla Messa ripeto come un mantra: “Siamo nell’anno santo: ricordatevi di chiedere l’indulgenza per voi stessi e per i vostri defunti!
Già… ma cos’è l’indulgenza? Provo a spiegarvelo in poche parole. Poi tornerò sull’ argomento nell’editoriale della Rivista di Pasqua.
Quando abbiamo qualche peccatuccio/accio sulla coscienza andiamo a confessarci e crediamo, per fede, di uscirne perdonati.
Purtroppo però, nonostante il perdono sacramentale, possono darsi delle spiacevoli conseguenze sia per noi viventi che per i nostri morti.
Un esempio per noi viventi.
Chi bestemmia è portato dall’abitudine a bestemmiare quasi senza rendersene conto: la mattina si confessa e il pomeriggio torna a bestemmiare.
Non solo… le sue bestemmie risuoneranno nelle orecchie dei suoi figli/nipoti per tutta la vita provocando in loro, come minimo, un forte dolore.
Queste sono due gravi conseguenze del suo peccato.
Chiedendo per se stesso il dono dell’indulgenza il bestemmiatore già perdonato nella confessione chiede al Signore:
1° d’essere aiutato a vincere questa abitudine e
2° di preservare i suoi i figli/nipoti dall’imitarlo. Questo per noi ancora viventi.
Ma anche i nostri defunti,
seppure perdonati attraverso la confessione/olio santo o in modo a noi sconosciuto direttamente dalla misericordia di Dio possono aver determinato, in vita, dei pasticci con conseguenze spiacevoli per i familiari, i collaboratori…
Ad esempio: il babbo ha favorito un figlio a scapito dell’altro; ha lasciato dei debiti rovinando la famiglia ecc. È vero che si è confessato prima di morire e quindi è stato perdonato ma intanto i figli litigano… la famiglia, rimasta senza un soldo, maledice il genitore egoista… Anche i defunti quindi hanno bisogno dell’aiuto di Dio per poter vedere risolti queste tristi conseguenze dei loro sbagli/peccati. Ecco allora il nostro dovere di chiedere/offrire anche per loro l’indulgenza in modo che, con l’aiuto di Dio, i fratelli tornino a parlarsi… i nipoti non portino rancore ecc.
Cos’è dunque l’indulgenza? È un aiuto speciale che il Signore, tramite la Chiesa, ci offre per superare le conseguenze dei nostri peccati e di quelli dei nostri defunti.
Come chiedere l’indulgenza per noi e per i defunti? Andare a Confessarsi, fare la Comunione, pregare per il Papa, offrire un sacrificio (obolo per i poveri) e fermarsi in preghiera in una chiesa indulgenziata. Noi versiliesi siamo davvero fortunati perché il Duomo di Pietrasanta è una di queste chiese. Il suffragio è un’altra cosa ma non ho spazio… per oggi! Ve ne scriverò Domenica prossima.