1168. IN CAMMINO – Indulgenza giubilare

C’è tanta confusione al riguardo…

I creduloni pensano che sia sufficiente  passare una porta per essere perdonati. Gli scettici al contrario pensano che si tratti di una macchinazione per spillare soldi. I colti rimandano alla polemica di Lutero. Gli incolti la confondono col suffragio. Gli storici malevoli citano Bonifacio VIII. Quelli benevoli San Francesco ecc.

Anche fra noi sacerdoti – sembrerà strano – c’è chi spara balle (in buona fede) asserendo l’inutilità di questa antica tradizione visto che le condizioni – fra queste il “distacco perfetto” dal peccato anche soltanto veniale – risultano impossibili.

In questa sede non me la sento di ribattere. La superbia è il primo, nell’ordine, dei peccati capitali … Mi limiterò a scrivere qualcosa ” ad usum delphini cioè per le persone che amo (i miei cari parrocchiani) sul bollettino di Domenica prossima.

In un primo momento per chiarire il significato dell’indulgenza e in un secondo la differenza fra il suffragio (la Messa di …) e l’indulgenza.

Questo che segue è il primo articolo:

INDULGENZA

Tutte le sere alla Messa ripeto come un mantra: “Siamo nell’anno santo: ricordatevi di chiedere l’indulgenza per voi stessi e per i vostri defunti!

Già… ma cos’è l’indulgenza? Provo a spiegarvelo in poche parole. Poi tornerò sull’ argomento nell’editoriale della Rivista di Pasqua.

Quando abbiamo qualche peccatuccio/accio sulla coscienza andiamo a confessarci e crediamo, per fede, di uscirne perdonati.

Purtroppo però, nonostante il perdono sacramentale, possono darsi delle spiacevoli conseguenze sia per noi viventi che per i nostri morti.

Un esempio per noi viventi.

Chi bestemmia è portato dall’abitudine a bestemmiare quasi senza rendersene conto: la mattina si confessa e il pomeriggio torna a bestemmiare.

Non solo… le sue bestemmie risuoneranno nelle orecchie dei suoi figli/nipoti per tutta la vita provocando in loro, come minimo, un forte dolore.

Queste sono due gravi conseguenze del suo peccato.

Chiedendo per se stesso il dono dell’indulgenza il bestemmiatore già perdonato nella confessione chiede al Signore:

d’essere aiutato a vincere questa abitudine e

2° di preservare i suoi i figli/nipoti dall’imitarlo. Questo per noi ancora viventi.

Ma anche i nostri defunti,

seppure perdonati attraverso la confessione/olio santo o in modo a noi sconosciuto direttamente dalla misericordia di Dio possono aver determinato, in vita, dei pasticci con conseguenze spiacevoli per i familiari, i collaboratori…

Ad esempio: il babbo ha favorito un figlio a scapito dell’altro; ha lasciato dei debiti rovinando la famiglia ecc. È vero che si è confessato prima di morire e quindi è stato perdonato ma intanto i figli litigano… la famiglia, rimasta senza un soldo, maledice il genitore egoista… Anche i defunti quindi hanno bisogno dell’aiuto di Dio per poter vedere risolti queste tristi conseguenze dei loro sbagli/peccati. Ecco allora il nostro dovere di chiedere/offrire anche per loro l’indulgenza in modo che, con l’aiuto di Dio, i fratelli tornino a parlarsi… i nipoti non portino rancore ecc.

Cos’è dunque l’indulgenza? È un aiuto speciale che il Signore, tramite la Chiesa, ci offre per superare le conseguenze dei nostri peccati e di quelli dei nostri defunti.

Come chiedere l’indulgenza per noi e per i defunti? Andare a Confessarsi, fare la Comunione, pregare per il Papa, offrire un sacrificio (obolo per i poveri) e fermarsi in preghiera in una chiesa indulgenziata. Noi versiliesi siamo davvero fortunati perché il Duomo di Pietrasanta è una di queste chiese. Il suffragio è un’altra cosa ma non ho spazio… per oggi! Ve ne scriverò Domenica prossima.

 

1177. IN CAMMINO – continua…

Avevo già scritto qualcosa sull’indulgenza con la promessa di scrivere nel bollettino successivo circa il rapporto fra Eucarestia e indulgenza.

Ho ritenuto opportuno però mettervi prima al corrente della nomina del nuovo Arcivescovo di Pisa nella persona di Padre Saverio Cannistrà.

Oggi torno sull’argomento dell’indulgenza sperando di fare cosa gradita. Sono a disposizione anche per ulteriori chiarimenti.

EUCARESTIA e INDULGENZA

In aggiunta a quanto avevo scritto domenica passata circa la richiesta della indulgenza per se stessi e per i defunti vorrei accennare stavolta al rapporto con l’Eucarestia di suffragio o di ringraziamento/intercessione per spiegare qual è la differenza. Alcuni infatti, soprattutto coloro che fanno celebrare la Messa per i propri cari ogni mese, non hanno capito…

La differenza sta nel fatto che la Messa è un sacramento, un’azione divina, mentre l’indulgenza è un’azione … umana.

Azione divina vuol dire che nella Messa (come negli altri sacramenti) è Cristo stesso che agisce rinnovando misticamente il sacrificio redentivo (salvifico) compiuto una volta per tutte sulla croce.

Il sacerdote, nella Messa, celebrando “in persona Christi” (associato a Lui) e in conformità all’intenzione della Chiesa, lo rende presente e determina l’efficacia del Suo sacrificio: tutta la Messa, dal riconoscimento dei peccati, all’ascolto della Parola di Dio, all’offerta del pane e del vino, alla Consacrazione, alla Comunione è azione di Cristo e quindi ci unisce a Lui.

Tutto questo nel catechismo si traduce in una formula che dice: il Sacramento (in questo caso eucaristico) “agisce ex opere operato” cioè per il fatto stesso che l’azione liturgica viene compiuta.

Per questo motivo la Messa ha sempre (anche se il prete e i fedeli fossero peccatori) un’efficacia: il valore redentivo che ne consegue vale per i vivi che si uniscono a Lui in intimità spirituale e p essere applicato ai defunti già o non ancora purificati.

La Messa ovviamente ha un valore universale nel senso che vale per tutta la Chiesa e vale sempre. Noi però possiamo, anzi siamo invitati ad “applicare” (è un termine giuridico… portate pazienza) il sacrificio di Cristo:

a una persona vivente perché si unisca a Gesù in modo consapevole e puro

a una persona defunta in suffragio (perché venga perdonata dai suoi peccati) o

                                          in ringraziamento per l’intercessione che ci garantisce.

L’indulgenza invece è un’azione umana cioè dipende dalle disposizioni interiori di chi la chiede (ex opere operantis…) per cui il richiedente deve prima di tutto confessarsi, comunicarsi, impegnarsi a diventare più buono, aggiungere una preghiera speciale per il Papa e offrire un obolo per i poveri.

Senza dimenticare che il Signore non guarda tanto all’apparenza ma piuttosto al … cuore! Proviamoci!