Stanno arrivando le prime risposte al maxi-questionario che ho distribuito, in cartaceo e via mail, Domenica scorsa.
Ho dato una sbirciatina e ho avuto l’impressione che gli estensori abbiano preso la cosa davvero sul serio: risposte molto interessanti, equilibrate, non polemiche: talvolta sofferte ma sempre pervase da uno spirito di vera fraternità e di amore per la Chiesa
È quello che mi aspettavo visto che avevo suggerito, consegnando il materiale, di invocare lo Spirito santo prima di mettersi a scrivere. Quando siamo guidati dallo Spirito anche le “critiche” diventano “consigli”; le “contestazioni”, “correzioni filiali”; la “sincerità” va al passo con la “pazienza”.
Un vero credente, anzi un vero cristiano perché da essere credente a essere cristiano ce ne corre, ricorda sempre che la Chiesa è madre e maestra e quindi prima di contestare ci pensa più volte…
Quando don Milani, che per le sue idee di morale sociale era in aperto contrasto con il suo Vescovo, veniva (mal) consigliato di uscire dalla Chiesa rispondeva, stizzito, che mai e poi mai lo avrebbe fatto perché solo nella Chiesa poteva avere il perdono (la Confessione), il pane di Gesù (l’Eucarestia) e la certezza di salvarsi l’anima!
E rispondeva con l’obbedienza ai diktat dei suoi superiori (giusti o ingiusti che gli sembrassero) perché nel Vescovo vedeva il successore degli Apostoli e nel Papa il successore di Pietro.
Non a caso Gesù aveva scelto Pietro per guidare la Chiesa: un povero pescatore, un uomo pauroso e perfino traditore, che però aveva per primo confessato la signoria di Gesù: “Signore da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna”
Lo stesso discorso vale anche per noi, oggi! Noi crediamo infatti che il Papa goda della così detta “Grazia di stato” per cui, anche nel caso di errore, non sbaglierà mai abbastanza tanto da allontanarci dall’amore per Gesù e quindi dalla salvezza eterna.
Questo non lo dico io… lo dice il catechismo! Crediamoci. E pur mantenendo le nostre convinzioni, rispettiamolo e preghiamo per lui.