Stamani salgo al Santuario di Montenero a Livorno per ringraziare la Madonna del dono della vocazione sacerdotale e dell’affetto raccolto in questi 50 anni di servizio pastorale prima a Pontedera poi a San Casciano di Cascina e al momento a Forte dei Marmi.
Pisani e Livornesi sono divisi su tutto a eccezione della devozione alla Madonna di Montenero che invocano, insieme, come loro Patrona. E io non faccio eccezione: fin da piccolo sono salito a Montenero tantissime volte quando per ringraziare, quando per invocare, quando semplicemente per starmene un po’ quieto davanti al quadro della Madonna. Oggi quindi non potevo “saltare” questo appuntamento tanto importante. Va da sé che, portantovi tutti nel cuore, avrò un pensiero anche per voi carissimi parrocchiani e amici di tutta Italia.
Domenica prossima non pubblicherò il consueto filmato di commento al Vangelo. Ho saputo che vi proporranno qualcosa sulla mia figura… Staremo a vedere. Purché non mi facciano santo prima del tempo!
Ho deciso quindi di scrivere qualcosa a commento della pagina del Vangelo di Domenica in modo da non perdere l’appuntamento.
Lo spunto per il commento me lo ha fornito mio nipote Marco che ha pubblicato un libro intitolato “12” in cui si sbizzarrisce nel presentare commenti d’ogni tipo riferiti a quel numero. Il libro non l’ho letto perché non sono ancora riuscito a reperirlo in libreria ma immagino che si tratterà di un commento scientifico. Io invece, avendo una formazione umanistica, mi limiterò a qualche suggerimento di tipo antropologico/spirituale.
Sempre a proposito del numero 12?
Certo perché nella pagina del Vangelo di Domenica prossima compare ben due volte: la prima a proposito di una povera donna che soffriva di perdite di sangue da ben 12 anni; e la seconda riferita a una fanciulla “quasi dodicenne” richiamata alla vita da Gesù.
Ora è risaputo che la Bibbia (seguendo in questo la scuola babilonese e quella greca) opta spesso per il simbolismo quando presenta certi numeri.
Il numero 1, ad esempio, si riferisce sempre al Signore Dio; il numero 2 alla diversità anche se poi dei due Dio fa una cosa sola (matrimonio); il 3 alla completezza (perfezione) delle realtà fisiche (cielo, terra, mare); e così il 4, il 5, il 6, il 7, l’8, il 9 e soprattutto il 10 (la tetractis 1+2+3+4=10).
Ma il 12? Essendo il prodotto dei numeri perfetti 3 e 4 è riferito al mondo celeste (i mesi dell’anno e i segni zodiacali), al popolo d’Israele (le dodici tribù d’Israele), alla Chiesa (i dodici apostoli) e al popolo dei redenti (144.000 cioè 12x12x1000).
Un numero quindi molto interessante, non c’è che dire!
Non mi dilungo perché capisco che vi son già venuto a noia… penso che nel caso dei due personaggi della pagina evangelica il riferimento 12 stia a significare che entrambe le donne – quella adulta e la ragazzina – erano figlie di Dio e come tali molto gradite al Signore che infatti le restituisce a una vita felice.
La morale potrebbe essere questa: fidiamoci di Dio. Succeda quello che succeda fidiamoci di Lui visto che gli apparteniamo.