Al mattino è venuto a trovarci e a celebrare Padre Damiano un giovane sacerdote al quale sono molto legato dai tempi nei quali è sbocciata la sua vocazione al sacerdozio.
Svolge il suo servizio pastorale in Libano in un ambiente difficilissimo soprattutto in questo momento di forte tensione fra libanesi, profughi arabi, militanti di Hamas e israeliani.
A suo dire il problema potrebbe essere facilmente risolto con il Vangelo e precisamente con il “perdono” di cui parla Gesù. Purtroppo invece anche soltanto la parola “perdono” dà fastidio e quindi si preferisce fare ricorso alla violenza e alla vendetta da una parte e dall’altra.
Il compito del sacerdote in quel complicato contesto è quello di favorire l’incontro e il dialogo a costo di crearsi nemici da una parte e dall’altra.
Lui ci riesce offrendo a tutti, insieme con gli aiuti umanitari (di cui vi scriverò subito dopo), una bella testimonianza di amore.
Quanto agli aiuti umanitari la sua parrocchia offre un (modesto) pasto giornaliero a qualche centinaio di persone, un’aula per studiare ai ragazzi impossibilitati a frequentare peché la scuola non c’è più e una stanza adibita a dispensario di medicine.
Tutti vi possono accedere – cristiani e musulmani, libanesi e profughi – tutti possono collaborare: non ci sono animosità o differenze perché essendo tutti “poveri” si sentono fratelli al di là delle differenze di etnia, nazionalità e religione.
Davvero bravo il nostro Damiano! Vediamo di non abbandonarlo al suo destino ma di continuare a proteggerlo con la nostra preghiera e col nostro aiuto.