Avevo già scritto qualcosa sull’indulgenza con la promessa di scrivere nel bollettino successivo circa il rapporto fra Eucarestia e indulgenza.
Ho ritenuto opportuno però mettervi prima al corrente della nomina del nuovo Arcivescovo di Pisa nella persona di Padre Saverio Cannistrà.
Oggi torno sull’argomento dell’indulgenza sperando di fare cosa gradita. Sono a disposizione anche per ulteriori chiarimenti.
EUCARESTIA e INDULGENZA
In aggiunta a quanto avevo scritto domenica passata circa la richiesta della indulgenza per se stessi e per i defunti vorrei accennare stavolta al rapporto con l’Eucarestia di suffragio o di ringraziamento/intercessione per spiegare qual è la differenza. Alcuni infatti, soprattutto coloro che fanno celebrare la Messa per i propri cari ogni mese, non hanno capito…
La differenza sta nel fatto che la Messa è un sacramento, un’azione divina, mentre l’indulgenza è un’azione … umana.
Azione divina vuol dire che nella Messa (come negli altri sacramenti) è Cristo stesso che agisce rinnovando misticamente il sacrificio redentivo (salvifico) compiuto una volta per tutte sulla croce.
Il sacerdote, nella Messa, celebrando “in persona Christi” (associato a Lui) e in conformità all’intenzione della Chiesa, lo rende presente e determina l’efficacia del Suo sacrificio: tutta la Messa, dal riconoscimento dei peccati, all’ascolto della Parola di Dio, all’offerta del pane e del vino, alla Consacrazione, alla Comunione è azione di Cristo e quindi ci unisce a Lui.
Tutto questo nel catechismo si traduce in una formula che dice: il Sacramento (in questo caso eucaristico) “agisce ex opere operato” cioè per il fatto stesso che l’azione liturgica viene compiuta.
Per questo motivo la Messa ha sempre (anche se il prete e i fedeli fossero peccatori) un’efficacia: il valore redentivo che ne consegue vale per i vivi che si uniscono a Lui in intimità spirituale e può essere applicato ai defunti già o non ancora purificati.
La Messa ovviamente ha un valore universale nel senso che vale per tutta la Chiesa e vale sempre. Noi però possiamo, anzi siamo invitati ad “applicare” (è un termine giuridico… portate pazienza) il sacrificio di Cristo:
a una persona vivente perché si unisca a Gesù in modo consapevole e puro
a una persona defunta in suffragio (perché venga perdonata dai suoi peccati) o
in ringraziamento per l’intercessione che ci garantisce.
L’indulgenza invece è un’azione umana cioè dipende dalle disposizioni interiori di chi la chiede (ex opere operantis…) per cui il richiedente deve prima di tutto confessarsi, comunicarsi, impegnarsi a diventare più buono, aggiungere una preghiera speciale per il Papa e offrire un obolo per i poveri.
Senza dimenticare che il Signore non guarda tanto all’apparenza ma piuttosto al … cuore! Proviamoci!