198. IN CAMMINO – ci ri-siamo

Ieri sono stato costretto a interrompere la nota quotidiana perché c’erano molte persone in attesa di conferire con me e non potevo farle aspettare. In genere chi viene a parlarmi viene per un motivo serio e quindi ho ritenuto di sospendere il mio quotidiano servizio di informazioni (come fase non è male… non vi pare?).

Stavo scrivendo a proposito della rivista parrocchiale. Il titolo di ieri – “ci siamo” – si riferiva appunto alla rivista che stava per essere consegnata.

La consegna, dunque, è avvenuta e oggi inizierò la distribuzione sperando che incontri il vostro favore. Scriverò qualcosa anche sul bollettino di domani: la Domenica, come sapete, esce sia il bollettino parrocchiale (clik bollettino) sia il filmato con una sintetica spiegazione di una frase del Vangelo.

Probabilmente vi sorprenderà l’oggetto della pubblicazione che riguarda l’ordine Certosino: quei monaci che se ne stanno chiusi in cella per anni e anni intenti solo a lodare il Signore. Ho scelto l’argomento di proposito perché anche noi siamo ormai costretti alla clausura e non se ne vede la fine.

La direttrice, al momento della mia proposta, mi ha squadrato con occhio interrogativo ma avevo pensato giusto dato che la stessa idea l’hanno avuta anche i giornalisti di Famiglia Cristiana, una rivista diffusa in centinaia di migliaia di copie… Noi, però, siamo arrivati primi!

Ma veniamo finalmente all’argomento odierno. Papa Francesco inizia il suo viaggio apostolico in Iraq. Come augurio di benvenuto gli hanno scritto “lekh-lekha” che ha una curiosa assonanza con l’italiano “lecca-lecca”  ma nella lingua del luogo significa “vattene”. Dico la verità. Con un simile augurio io non sarei partito e invece lui sì! Non ci dimentichiamo quindi di accompagnarlo con la nostra costante preghiera.

 

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