Ieri pomeriggio, appena tornato, mi sono gettato a capofitto nel lavoro.
Potrà sembrare strano a chi non frequenta la canonica o la chiesa il termine “lavoro” ma è proprio così: lavoro intellettuale e fisico senza contare i continui rapporti con “il pubblico” fatto di parrocchiani e non che hanno bisogno di un documento, di una indicazione, ma soprattutto di una parola di conforto o di uno sfogo (Confessione) per togliersi un peso dal cuore o della Comunione per riprendere fiato.
Vi dicevo del lavoro intellettuale. Il catechismo, gli incontri parrocchiali, vicariali e diocesani, i consigli d’amministrazione, l’associazione del clero diocesana, regionale e nazionale con i relativi conti economici e finanziari…
Non sono un improvvisatore per cui anche nel caso si trattasse di una lezione di catechismo per i bimbi di Comunione o una predichina feriale devo prepararmi e prepararmi per bene per rispetto ai ragazzi e ai fedeli.
Immaginiamoci quando devo fare i conti – in qualità di revisore – per il bilancio della Associazione del Clero: per “leggere” il bilancio redatto dal commercialista mi serve almeno … mezza giornata!
Quanto al lavoro fisico lo capirete Domenica venendo in chiesa: nell’occasione dei Santi infatti si togono i quadri dei dolori della Madonna e si posizionano le Reliquie, i quadri dei Santi patroni, le foto dei defunti. E tutto questo con la massima attenzione a non combinare errori.
Bene, ora vi lascio perché devo fare un salto al mio cimitero. Fiori, lumi e quant’altro deve essere a posto per la loro “festa”.