619. IN CAMMINO – Gentilezza

Sto preparando le schede per aiutarvi a entrare negli argomenti inerenti la seconda fase del percorso sinodale. Al riguardo ho già scritto qualcosa sul bollettino parrocchiale di questa settimana che potrete leggere anche sul blog cliccando appunto “bollettino”.

Quello che ci attende non sarà un lavoro facile perché si tratta di porci in ascolto – ancora una volta – dei nostri fratelli e delle nostre sorelle su temi delicatissimi e poi iniziare a lavorare/camminare nella direzione indicata.

Pensavo che quanto già emerso nel lungo lavoro di ascolto dell’anno passato potesse essere sufficiente per iniziare un certo cammino e invece dovremo fermarci ancora un anno ad ascoltare. Ma ci fermiamo ugualmente ben volentieri visto che l’ascolto è parte fondamentale dell’annuncio cristiano come si può facilmente capire leggendo il Vangelo.

Tornando al “lavoro” dello scorso anno trovo proprio stamani una conferma a una delle principali conclusioni emerse nel nostro “percorso” vicariale.

Nella conclusione infatti, rilevato il grave problema della lontananza dei giovani/ssimi, facevamo riferimento al cosìddetto patto educativo globale proposto da papa Francesco per impostare un certo lavoro di qualificazione del nostro servizio catechistico.

Nel “patto” infatti si insiste sulla necessità, prima ancora di provvedere al primo annuncio cristiano, di aiutare i nostri giovani a praticare sia in famiglia che nell’ambito sociale di riferimento (scuola, sport ecc.) semplici gesti di “cortesia” e di “gentilezza…”

Bene, proprio sul Corriere di questa mattina, leggo a firma di Paolo Sarti un articolo intitolato: “Coltivare gentilezza, una rivoluzione che è ancora possibile” condivisibile in tutte le sue parti incluso là dove spiega che “per i nostri bambini sono importanti l’esempio e la pratica, pietre miliari della acquisizione di un modo gentile di porsi”.

Penso anch’io che, prima di predicare la cortesia/gentilezza, noi adulti dovremmo darne esempio.

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