664. IN CAMMINO – reclusi

Stavo ormai riposando quando sono stato all’improvviso svegliato da uno squillo telefonico. Ho lasciato correre ma lo squillo si è ripetuto e quindi mi sono alzato – era il telefono di casa – per verificare.

“Siamo reclusi in sacrestia e abbiamo freddo!”

Erano Gabriele e Paolo che, concluse le prove del coro,  mi avvisavano d’essere rimasti chiusi in sacrestia. Avevo consegnato loro la chiave sbagliata e quindi non potevano… uscire.

La prova si era svolta regolarmente. Anch’io mi ero trattenuto più del solito per presentare l’appuntamento di Martedì prossimo – una veglia di preghiera fra cattolici e ortodossi per la pace -ma poi me ne ero andato a letto. Sbadatamente avevo consegnato la chiave della canonica e non quella della sacrestia…

Dunque, lì per lì, quando ci siamo sentiti mi è venuto da fare lo spiritoso ma poi mi sono contenuto perché era freddo e stava piovendo per cui sarebbe stato sciocco cavarmela con una battuta.

Mi sono vestito alla meglio – giacca e mutande… come i modelli degli stilisti più in voga – e sono sceso di corsa.

“Scherzo da prete”: mi hanno detto. Ma non erano infastiditi anzi li ho trovati sorridenti… Forse già pensavano a cosa avrei scritto sul blog riguardo a questa avventura notturna.

Concludo questa nota “curiosa” con un’altra “seriosa” e cioè che questi cari amici cantori e musicisti meriterebbero un monumento per la dedizione che dimostrano nel portare avanti questo delicato e importante servizio a favore della nostra chiesa.

Grazie dunque e di nuovo le mie scuse per il contrattempo.

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