Ieri, appena conclusa la Messa solenne della prima Comunione, ho avuto notizia della morte improvvisa (e imprevista) di mia cugina Giuliana.
Superato un primo momento di smarrimento mi sono imposto (e l’ho chiesto anche ai miei collaboratori) di mantenermi sereno perché la “bimba” – così era chiamata affettuosamente in casa – è stata senza dubbio accolta amorevolmente dal Signore.
Potrà sembrarvi strano quello che vi scrivo, cari lettori, ma ho conosciuto nell’intimo Giuliana proprio da quando ho iniziato a pubblicare queste note sul blog parrocchiale.
Intendiamoci, la conoscevo da sempre come una donna forte, determinata, dignitosa – giovanissima, prima ancora della Laurea, aveva iniziato a lavorare… da sempre aperta al mondo della cultura nel giornalismo… generosa e sensibile collaboratrice del Rotary a livello locale e regionale… – ma l’ho conosciuta nella sua dimensione interiore, attraverso i messaggi mail.
Ognuno di noi ha, per dono di natura, un determinato carattere. Chi è più espansivo, chi meno. Chi si infiamma di niente, chi resta impassibile…
Giuliana, per dono di natura e per scelta di vita, era una donna “buona”: riusciva a cogliere sempre l’aspetto positivo nelle persone, evitava di calcare la mano sulle persone indelicate e sui comportamenti sbagliati. Riusciva a capire e a perdonare…
Questo modo amorevole di pensare e fare la rendeva carissima a tutti noi e, come ho scritto all’inizio della nota, graditissima al Signore: per questo la vediamo accolta nelle Sue braccia amorevoli.
Qui di seguito una foto curiosa: sta tagliando la torta alla mia festa di ordinazione sacerdotale sotto gli occhi divertiti del mio babbo e del resto della famiglia.