Nell’occasione della festa liturgica di San Camillo sono andato a celebrare nella cappellina della Casa di Cura. Devo dire che sono stato molto felice di questo invito intanto perché, avendo parlato con i responsabili dell’ospedale, potremo riprendere dopo le ferie un minimo di presenza spirituale ma anche perché la nostra parrocchia ha offerto una somma consistente per l’arredamento di quella cappella…
Ho concelebrato insieme con Padre Fabiano -i francescani sono i responsabili della struttura dal punto di vista pastorale – e ho parlato spiegando il motivo per il quale siamo stati costretti a sospendere il servizio pastorale.
L’epidemia “ha picchiato duro” in Versilia e se la Casa di Cura non ne ha risentito più di tanto è stato perché la direzione e il personale medico hanno posto in essere un controllo severissimo nei confronti degli esterni. Una scelta più che comprensibile vista la presenza di un reparto “hospice” con ammalati fragilissimi: senza quell’attenzione sarebbe stata una strage!
Alla Messa hanno partecipato anche i “proprietari” della struttura nelle persone dell’A.D della società Santa Chiara e dell’A.D. della società Korian, la nuova società che ha acquisito la maggioranza delle azioni: li ho ringraziati perché la loro è stata una scelta coraggiosa avendo dovuto ripianare la situazione debitoria lasciata dai Camilliani.
Insieme con loro c’erano anche vari amici del San Camillo, Paolo Brosio in testa, e alcuni parrocchiani che hanno consentito una celebrazione non dico solenne come nel passato ma comunque dignitosa.