615. IN CAMMINO – Riprende il cammino sinodale

Inizia la seconda fase del percorso sinodale indetto dalla chiesa italiana dietro esplicito suggerimento di papa Francesco.

Il risultato della prima fase l’ho pubblicato nella rivista di Natale che uscirà ai primi di Dicembre: è un buon lavoro che però dovrà oltre che essere conosciuto anche essere metto in atto e qui viene il difficile… anche se qualche iniziativa potrebbe essere alla nostra portata.

Infatti non mi aspettavo una seconda fase sempre riservata all’ascolto “ascolto”. Avrei preferito portare avanti le conclusioni della prima fase… Non sta a me però decidere e quindi mi adeguo alle indicazioni.

In questa seconda fase ci viene chiesto di mettere a fuoco in particolare alcuni aspetti quasi tutti inerenti il sociale: non è una novità nel senso che la Chiesa ha sempre posto attentione ai grandi temi della socialità, dalla scuola al lavoro, dalla famiglia alla politica ecc. ma è una novità che ci mettiamo in ascolto di queste persone. E, da notare, non un ascolto tanto per fare ma un ascolto convinto, pronti a porre in atto le indicazioni e i suggerimenti.

Ho già cominciato a stendere alcune domande, come ho fatto per la prima fase, per rendere più facile il lavoro: senza mettere qualcosa per scritto diventa poi difficile per chi deve sintetizzare preparare un lavoro serio.

Invece unendo l’ascolto diretto in assemblea o in piccoli gruppi (anche di faglia o legati alla professione) allo scritto (seppure molto sintetico) è possibile essere più precisi.

Nella prossima settimana proporrò anche a voi lettori  del blog le quattro pagine preparate, una per giorno, certo della vostra collaborazione perchè ne va del futuro della nostra chiesa.

Ci conto!

614. IN CAMMINO – Sono diventato rosso…

In più occasioni vi ho scritto riguardo ai miei impegni extra-parrocchiali fra questi il servizio di Incaricato diocesano dell’Associazione Diocesana del Clero.

Sono Incaricato, per votazione dei confratelli e nomina dell’Arcivescovo Plotti, fin dall’anno duemila. Da allora sono sempre stato confermato in questo servizio per benevola concessione dell’Arcivescovo Benotto che, sebbene abbia esaurito i tre mandati canonici, mi ha esortato ad andare avanti.

Sono sincero: è un servizio che mi appassiona perché sento i confratelli anziani e ammalati come miei familiari; e mi gratifica pure perché, se riesco a offrire loro  qualcosina, in cambio ricevo moltissimo in amicizia e confidenza.

In questi lunghi anni di servizio mi sono sempre impegnato al massimo con buoni risultati sia per i confratelli che per l’Associazione in sé.

Non ero riuscito però a smuovere il  “macigno” che gravava sulla questione della residenza per i sacerdoti inabili. Nei primi anni duemila sembrava cosa fatta e ne avevo scritto, speranzoso, ai confratelli salvo poi dovermi rimangiare tutto perché nel frattempo il progetto era saltato d’improvviso.

Oggi finalmente sembra che ci siano buone novità.

L’Arcivescovo Benotto, a suo tempo, mi aveva fatto presente che nello statuto della Fondazione Maffi era riportato l’impegno a seguire i sacerdoti inabili e così, forte dell’amicizia con presidente della stessa, dottor Franco Falorni, ho cominciato a stressarlo… finché non si è deciso a presentare una iniziativa che potrebbe fare al caso nostro.

E stamattina, in piena assemblea, ha fatto presente questa mia continua sollecitazione facendo il mio nome.

Io sono diventato rosso ma i presenti, dopo, mi hanno fatto le congratulazioni.

Poi vi farò sapere quali sviluppi ci saranno.