Cari amici, non mi piace fingere e quindi vi dico subito che stamattina sono un po’ giù, come si suol dire. È il GIOVEDÌ SANTO, il giorno per eccellenza per noi pastori d’anime e io sono nella stessa condizione d’animo di un pastore al quale hanno rubato il gregge. Penso soprattutto agli agnellini, ai ragazzi del catechismo, ai bimbi della Prima Comunione… che negli anni passati vivevano insieme a me i momenti bellissimi della liturgia della Settimana Santa. Mi consola il fatto che hanno, tutti, dei genitori bravi che senz’altro li aiuteranno a entrare nel Mistero di Gesù che si fa “Pane spezzato” per restare sempre con noi.
Subito allora un pensiero, breve, per i ragazzi (di prima Comunione) e poi uno spunto per i più grandicelli, inclusi giovani & adulti.
Cari bambini, per prima cosa tornate a rileggere le lezioni 1-2-3-4 del CATECHISMO D’URGENZA scorrendo il blog. Sono importantissime per entrare nell’atmosfera del Giovedì santo. In sintesi: Gesù spezzò il pane e lo offrì ai suoi amici dopo aver detto che quel “Pane” sarebbe rimasto per sempre il segno della Sua presenza “reale” in mezzo in mezzo a loro. Loro erano un po’ confusi: riuscirono soltanto a dirgli “Grazie, Gesù”.
Quel pane era “azzimo”, cioè non lievitato proprio come sarà pane azzimo quella piccola ostia che riceverai nel giorno della Prima Comunione. Prova allora, nel pomeriggio, a fare una focaccetta di pane azzimo e stasera a cena mettila in tavola e spiega ai tuoi cari quello che allora fece Gesù… anche le parole, mi raccomando. Poi recita anche la preghiera del ringraziamento. La scrivo qui. “Caro Gesù, non vedo l’ora di riceverti nel mio cuore. Ti voglio tanto bene”.
La ricetta per la focaccetta è semplice. Prendi due cucchiai di farina e fai l’impasto versando un pochino di acqua tiepida senza aggiungere il lievito. Metti anche un po’ di sale. Dopo che l’avrai lavorata stendila e spianala col mattarello. Accendi il forno a 180° e dopo un pochino inforna. Tempo una decina di minuti e la focaccia sarà pronta.
Se nei hai voglia scrivimi qualcosa su [email protected] perché oggi è la festa dei sacerdoti e quindi è anche la mia festa. Un bacio.
E ora un rigo per voi grandi. Immagino che abbiate vissuto molte volte il rito del Giovedì Santo. Vi invito a fermare l’attenzione su un particolare della celebrazione. Dopo la lavanda dei piedi si diffonde nella chiesa un forte profumo perché i piedi degli “apostoli” vengono bagnati con l’acqua profumata: nella brocca c’è più profumo che acqua! E ovviamente il profumo resta per tutto il tempo della celebrazione: quando si legge il Vangelo, quando si consacra il Pane e il Vino per la Comunione e quando si offre il pane per i poveri.
Quel profumo segnala, simbolicamente cioè in modo semplice comprensibile anche dai piccoli, la presenza di Gesù in mezzo al Suo Popolo. Gesù infatti è presente *quando laviamo i piedi al prossimo (quando perdoniamo), *quando si ascolta il Vangelo, *quando si fa la Comunione, *quando si aiutano i poveri.
Il punto più delicato è il primo. Perdonare non è facile. Soprattutto quando abbiamo ragione. Ma se ci riusciremo avvertiremo un profumo incredibile nell’anima che ci consentirà di fare una Pasqua bellissima nonostante l’epidemia.
Una preghiera speciale per me, pastore senza gregge!