513. IN CAMMINO – catechismo estivo

Il catechismo d’estate è ormai una tradizione della nostra parrocchia. Fin dal primo anno della mia presenza al Forte ho portato avanti questa iniziativa a favore dei piccoli, degli adolescenti e dei grandi della nostra comunità.

Per i piccoli e gli adolescenti il programma è sempre lo stesso di anno in anno anche se gli “allievi” cambiano. Per i piccoli prevede lo studio della “storia” di Gesù seguendo con scrupolo il Vangelo e la preparazione immediata alla prima Comunione. Per gli adolescenti invece la comparazione fra i “comandamenti” e le “beatitudini” e lo studio dei “carismi” in vista della Confermazione. In genere i ragazzi vengono volentieri… spero che anche quest’anno ci sia una buona partecipazione. Dimenticavo di dire che le lezioni, normalmente, si tengono al mare (Stella Maris) nei primi due giorni della settimana sotto l’occhio vigile di Carlo il bagnino-gestore della struttura.

Per i grandi c’è la possibilità di un commento settimanale alle letture bibliche della Domenica tenuto dal sottoscritto oppure autogestito e l’omelia della Domenica.

L’omelia domenicale di norma riguarda le letture liturgiche però può essere anche una riflessione su alcuni particolari importanti della Dottrina cristiana, del Catechismo, del Magistero ecc.

Negli ultimi anni dieci anni ho spiegato, nell’ordine, il Padre nostro, il capitolo 6 di San Giovanni sull’Eucarestia,  le Beatitudini, i doni dello Spirito santo, le virtù teologali, quelle cardinali, la professione di fede (tre anni), la Messa… sempre seguito con molta attenzione non tanto per la mia capacità oratoria quanto per l’importanza degli argomenti proposti che spesso invece vengono “sfuggiti” dalla predicazione ordinaria in quanto ritenuti… noiosi!

Quest’anno vorrei parlare del sacramento della confessione. I miei collaboratori (catechisti) mi dicono che vado sempre in cerca di problemi.

Io invece penso esattamente il contrario: non dobbiamo aver paura di presentare la dottrina cristiana attraverso la quale possiamo scoprire la bellezza della nostra religione.

E poi è un argomento attualissimo. Basti pensare che c’è chi la chiama confessione, chi riconciliazione, chi penitenza… segno che c’è una grande confusione al riguardo.

 

512. IN CAMMINO – poveri

Il mercoledì, oltre che il giorno dell’Adorazione Eucaristica e delle Confessioni, è il giorno dei poveri che vengono a chiedere un aiuto.

Premesso che non mando mai via nessuno   (a meno che non vengano in momenti sbagliati… ad esempio mentre sono già cambiato e pronto per celebrare un matrimonio come è successo la settimana scorsa con la signora NN che va a dire a tutti che non l’aiuto)  confesso di trovarmi talvolta in difficoltà con chi si presenta con la barba incolta, con chi alita alcool, con chi si presenta in mini-mini gonna e super truccata ecc.

Poi però…

Proprio oggi vedendomi davanti un africano strappato e maleodorante non ho potuto trattenermi dal pensare a quei poveri nigeriani colpiti a morte durante la celebrazione di Pentecoste e costretti dall’odio musulmano o tribale a lasciare il paese per avere salva la vita.

E sempre oggi, ascoltando il racconto di un nostro connazionale messo alla porta dalla famiglia, ho avvertito così tanto dolore da commuovermi.

E in questo momento, quella zingara col gonnellone che ha suonato per avere qualche soldo… mi sono tornati alla memoria i miei trascorsi a San Casciano quando le donne che tornavano dal mercato senza portare soldi venivano battute col bastone!

Ieri poi, davanti a una povera signora abbigliata nel modo sopra-descritto, mi sono messo a ragionare su quanto sia difficile la vita per chi non ha proprio nessuno con cui condividere un affetto, un abbraccio e un bacio se non quelli mercenari… (avete capito, mi immagino).

E sempre ieri, appena conclusa la riunione della San Vincenzo, quel povero che chiedeva di poter lavorare in qualche modo: “Non voglio l’elemosina, vorrei un lavoro”!

Viene da pensare, vero?

511. IN CAMMINO – In memoria di Liliana

Anche la carissima Liliana è tornata alla casa del Padre. È vero che ha finito di patire, come siamo soliti dire quando la malattia diventa troppo pesante, ma siamo dispiaciuti ugualmente per la sua scomparsa. Si stava bene in sua compagnia perché riusciva, in un modo o in un altro, a strapparci un sorriso

Era una donna di grande fede: finché ha potuto ha frequentato la chiesa insieme alla figlia, accolta con affetto da me e dalle sue care amiche. Era anche una donna intelligente e volitiva e prova ne è il fatto dei titoli onorifici ricevuti nel corso della sua lunga vita.

L’impegno per l’UNITALSI, l’associazione che cura il trasporto degli ammalati a Loreto e a Lourdes, l’aveva spinta a farsi attiva promotrice di questo nobile servizio con i giovani.

E infatti tantissimi ragazzi e ragazze del Forte, oggi ormai padri e madri di famiglia o impegnati professionisti, l’avevano seguita in questa esperienza ricavandone un grande beneficio umano e cristiano.

Mentre il figlio parlava di questo, alla conclusione del funerale, vedevo molti assentire: una signora è stata perfino citata pubblicamente…

L’aspetto della sua personalità che ho sottolinato per primo è stato il suo contributo “unitivo” alla vita e alle vicende del paese. Anche se non aveva peli sulla lingua amava così tanto il paese da passare sopra alle polemiche.

Un aspetto questo da sottolineare in questo particolare momento della vita paesana. La franchezza è necessaria. Ma è necessaria, anzi indispensabile, anche la cordialità reciproca.