Catechesi per i nubendi 10

Subito dopo le formule del consenso (o promesse) matrimoniali vengono letti gli articoli del Codice civile riguardanti i diritti e i doveri dei coniugi.

Una parola anche su questi. Anzi, permettetemi un passo indietro: ieri non ho commentato, di proposito, la formula dello scambio degli anelli. La frase che dice “ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà”, anche se può sembrarvi strano, si spiega bene ricorrendo all’articolo 143 del Codice.

L’articolo in questione infatti dopo aver specificato che i coniugi hanno stessi diritti e doveri aggiunge che hanno l’obbligo reciproco oltre che alla fedeltà anche all’assistenza morale e materiale. È questo il punto che mi interessa. Per l’esperienza che ho, dopo aver celebrato oltre 600 matrimoni, quello che viene a mancare -dopo alcuni anni di matrimonio- è proprio l’assistenza morale.

L’assistenza materiale resta (un piatto di minestra, come si suol dire, non si nega a nessuno), la fedeltà idem (anche perché tenere i piedi in due staffe costa molto dal punto di vista psicologico … e pure finanziario); quella che viene a mancare è l’assistenza morale (“l’amore” della formula per lo scambio degli anelli) cioè le coccole, la delicatezza, il rispetto degli anniversari, un po’ di teatro, qualche vacanza di coppia ecc.

Il 144 insiste sull’accordo fra i coniugi nel gestire l’indirizzo della vita familiare secondo le esigenze preminenti della famiglia. Al riguardo vi segnalo il problema della comunione o della separazione dei beni. È doverono, a mio parere, che gli sposi si rivolgano al loro commercialista per avere un consiglio sulla questione. Si da il caso infatti che certi errori di partenza condizionino pesantemente la famiglia. Ovviamente, anche in caso di separazione dei beni è necessario mantenere piena sincerità ed evitare sciocche divisioni sull’uso dei propri soldi tipo: “Le scarpine al bimbo le pago io, tu invece paghi la felpa”. Insomma un po’ di buon senso non guasta.

Il 147 ve lo spiego nella prossima lezione perché è quello più delicato.