1003. IN CAMMINO – Festa del sacro Cuore

Sono arrivato a casa da pochi minuti e già mi attendono in chiesa per la confessione e altro. È un giorno importante e quindi in molti sono già presenti per partecipare alla Messa e alla Comunione di riparazione.

Anche noi sacerdoti, questa mattina al Calambrone, ci siamo riuniti per una riflessione, l’adorazione eucaristica e la Messa. Abbiamo celebrato la giornata per la nostra santificazione.

Noi, prima degli altri, abbiamo bisogno di santificarci. Non solo siamo pochi ma abbiamo anche perduto lo smalto dei nostri precedecessori al punto che, per la maggioranza delle persone, non siamo più testimoni credibili.

Per fortuna la grazia del Singore supplisce alle nostre debolezze e fa sì che spuntino germogli di santità nelle nostre comunità parrocchiali, nei nostri monasteri e nei nostri seminari.

È per questo motivo che, nonostante tutto, le nostre chiese continuano ad avere un sacerdote e le nostre parrocchie un parroco.

Stamani appunto osservavo come il Signore continui a darci sacerdoti (e suore). Vengono per lo più dai luoghi detti di missione ma sono preti preparatissimi e davvero encomiabili per il sacrificio che fanno lasciando la loro terra per servirci.

Stamani avevo a fianco a tavola il caro don Achille: anche lui viene dalla Tanzania e serve la nostra Diocesi da anni. Questo impegno pastorale non gli ha impedito di laurearsi anche in ingegneria informatica in vista di un futuro impegno nella sua Diocesi africana. È chiaro che non potrà restare per sempre a Pisa ma ha servito e serve con amore la nostra Diocesi senza chiedere niente in cambio se non l’affetto dei suoi parrocchiani.

E come lui tanti altri… davvero cari e bravi! Che il Signore li ricompensi!

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