Ieri Paolo Viti ha festeggiato il suo compleanno in una festosa cornice di amici coristi e non. Ero presente anch’io sebbene costretto dalle cure mediche a moderare il mio appetito…
È stata una bella serata con tanta voglia di sorridere e di stare insieme. È proprio questo il bello del coro e cioè che ci consente di sviluppare reali sentimenti di amicizia e di fraternità nel comune impegno di servire il Signore e i fratelli di fede.
Lode dunque al Signore e riconoscenza sincera per chi si presta a lodarlo col canto… e che canto!
I nostri infatti non sono le solite canzoncine ritmate che spopolano in estate col nome di “tormentoni” (sono un vero e proprio tormento) bensì musiche colte e testi significativi che toccano il cuore di chi viene in chiesa.
È fuori discussione che come le prediche così i canti anche se “in rè” (passatemi la dizione teologica in latino…) non sono l’essenziale della celebrazione però favoriscono o, al contrario, sminuiscono l’efficacia psicologica della Messa.
E infatti spesso i fedeli escono snervati se non esasperati per la lunghezza delle prediche o frastornati da tamburi e simili che col canto liturgico proprio non hanno niente a che fare. Altre volte invece sollevati se non addirittura commossi!
Bene, detto questo, un augurio speciale a Paolo e a tutti i musicisti e coristi.
Ah, dimenticavo che ieri sera, insieme con Paolo, c’erano anche altri due festeggiati: Giuseppe e la sig.ra Carla. A tutti ho donato una piccola corona bianca… a sottolinerare il candore col quale servono il Signore.
P.S. Da Giuseppe ci andrò appena conclusa la presente nota. Ieri sera ne avevo con me soltanto due…