È una sfida continua quella fra il bene e il male.
In alcuni casi prevale il bene in altri il male. È così da sempre e lo sarà per sempre. Noi credenti ci fidiamo di Gesù quindi siamo certi che alla fine vincerà il bene ma, certo, la sfida è davvero continua.
C’è da dire, ancora, che non sempre il bene il male si distinguono come, ad esempio, il bianco dal nero… spesso i colori si confondono tra loro lasciandoci nell’incertezza.
Il grigio (inteso in senso morale cioè come mescolanza di bianco e nero) è il colore che più temo perché può facilmente trarci in inganno.
Infatti noi siamo soliti indicare “male e bene” a partire da un giudizio soggettivo: e infatti lo stesso evento, la stessa esperienza per qualcuno è positiva per altri è negativa.
In questi giorni di Natale ho avuto molti colloqui sia nel sacramento della confessione (e quindi non posso neppure accennarvi) che nel conversare al bar davanti a una tazza di caffè. E ancora una volta mi sono reso conto che è proprio il giudizio soggettivo a condizionare il concetto di bene e male.
Hai voglia di spiegare al/alla giovanotto/ragazza di turno che drogarsi è male… troverà sempre un motivo (personale) per giustificare il proprio comportamento.
Oppure. Puoi mettere tutto l’impegno che vuoi nel cercare di far capire che è meglio essere buoni che cattivi… niente! Non ci riesci! Il male paga e paga in contanti!
Per oggi basta così. Mi sono un po’ sfogato pur rispettando il segreto.