128. IN CAMMINO – Marija Judina

Di prima mattina prego invocando la Madonna e l’Angelo custode. Poi recito la preghiera per i defunti e concludo invocando Padre Pio e Santa Gemma.

Un po’ pochino – voi direte – per un sacerdote. E i salmi… e la meditazione… e la lectio… e il rosario? Calmi. Vi assicuro che nel corso della giornata trovo il tempo anche per il resto ma le preghiere del mattino sono quelle di cui ho scritto sopra.

A proposito della meditazione, conoscendo ormai a memoria le pagine bibliche e quelle dei Padri che fanno parte della liturgia delle Ore, preferisco cercare qualche spunto altrove e precisamente nei quotidiani: Avvenire al quale sono abbonato da sempre e Il Corriere che cerco di leggere tutti i giorni.

Questa mattina, proprio sul Corriere, ho trovato la bella storia della famosa pianista russa Marija Judina che riuscì a incantare anche il cuore di un despota come Stalin.

Era entrata al Conservatorio di San Pietroburgo poco più che bambina senza bisogno di concorso perché era straordinariamente brava. Ne era uscita ventenne, diplomata con medaglia d’oro, e aveva subito iniziato la carriera di docente e di concertista.

Una “carriera” modesta, fatta di concerti in famiglia o, al massimo, in teatri di provincia perché…

Ecco il punto che mi ha colpito. Era cristiana e questo, come succede anche oggi ad esempio in Cina, le aveva precluso occasioni e fama. Però restava serena.

“Credo e spero. Signore, abbi pietà di me. Amen” L’unica cosa che le interessava infatti era l’amore di/per Dio che le infondeva serenità e la sosteneva in tutte le sue scelte di vita.

Clamoroso l’incontro/scontro con Stalin per il quale aveva registrato un brano. Ricevuto il compenso gli rispose con un biglietto in cui lo invitava a pentirsi dei suoi peccati e a invocare il perdono di Dio.

Stalin non ebbe il coraggio di replicare forse perché nel suo cuore avvertì la voce di Dio che gli parlava attraverso la parola di Marija Judina.

Anche noi “crediamo e speriamo” e invochiamo il perdono di Dio. Amen

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