Scrivere ogni giorno qualcosa sul blog mi sta aiutando. Intanto mi fa sentire meno solo: in questo tempo di pandemia i miei contatti e le mie attività pastorali si sono rarefatte e quindi approfitto del blog per stare in compagnia… virtuale.
Mi serve però anche come specchio per mettere a fuoco e valutare con maggiore attenzione episodi del passato (come ieri, ad esempio) che mi tornano alla memoria o le varie vicende quotidiane della mia attività pastorale.
Ieri, ad esempio, contrariamente al mio solito ho avuto un moto improvviso di impazienza nei confronti dei miei confratelli nel corso della riunione del Consiglio. Mi sono alzato per andarmene. Poi sono rimasto ma mi sono chiuso in un silenzio… polemico.
Senza entrare nel merito – si tratta infatti di questioni riservate – il motivo per cui ho avuto questa reazione esagerata dipende dal fatto che ormai sono parroco in Versilia da 25 anni…
In tutti questi anni di discorsi “simili” (anche se non uguali) ne ho ascoltato a josa per cui nel sentire riproposte per l’ennesima volta argomentazioni già ascoltate, discusse e verbalizzate mi crea disagio e conseguente impazienza.
Anche se ho molte attenuanti riconosco però d’essere nel torto. Alcuni miei confratelli infatti sono presenti in Versilia da pochi anni e dunque sono ignari di quanto abbiamo detto/fatto in precedenza. Le loro indicazioni quindi vanno giustificate e accolte senza cedere al nervosismo.
Non credo che qualcuno fra loro leggerà questa mia nota odierna ma averne scritto mi fa sentire più leggero in coscienza.