Poco più che adolescente ha trovato la morte tirandosi sotto il treno, ieri, alla stazione di Querceta. Ignoro, al momento, sia il nome che le probabili motivazioni che hanno spinto questo povero giovane a suicidarsi ma certo questo tragico evento è una sconfitta per tutti noi: genitori, educatori, sacerdoti ecc.
Come scrivevo nell’editoriale della rivista d’estate tanti giovani, nascosti da una maschera di autoreferenzialità, apparentemente sicuri di sé, in realtà nascondono una profonda solitudine e di conseguenza conoscono momenti di depressione.
Cosa fare per loro che, concluso il catechismo, si allontanano dalla pratica religiosa e respingono addirittura chi, per anni, li ha seguiti con amore?
Non ho una risposta, purtroppo. Penso però che, pur evitando di infastidirli con i nostri messaggi, dobbiamo continuare a seguirli come fossero figli nostri. Capisco che sentirsi sopportati o addirittura rifiutati e irrisi genera sconcerto e risentimento ma come i genitori così gli educatori/catechisti e i sacerdoti e le suore devono fare di tutto per mantenere un minimo di contatto preoccupandosi per loro e seguendoli poi giornalmente nella preghiera.
Stasera, con i catechisti/consiglieri, inizierò proprio da questo punto e spero che tutti concordino con me.
Chiudo con un APPELLO a venire in chiesa per la festa della nostra Patrona per raccomandarle sia le vittime del lavoro (vedi l’articolo di ieri) sia i giovani delusi dal nostro egoismo.