Questa mattina don Manuel ha celebrato per l’ultima volta in Sant’Ermete. Domani mattina presto lo accompagnerò alla stazione di Viareggio per tornare a Roma da dove, entro pochi giorni, rientrerà in Tanzania nella sua Diocesi.
In questo momento è su in camera che sta preparando i bagagli. Cerca di farsi animo ma lo vedo che è assai triste. In effetti sono stati quattro anni di forte impegno accademico ma anche di “libertà” dal lavoro pastorale sul campo.
Da adesso in poi non avrà molti giorni da dedicare a se stesso. Come tutti i sacerdoti dovrà mettersi al lavoro servendo Gesù nelle persone che il Vescovo vorrà affidargli.
Ha già avuto un duplice incarico. È stato nominato direttore di una scuola tecnica frequentata da un centinaio di allievi quasi tutti appartenenti a famiglie povere. Dovrà quindi verificare il piano degli studi e dare incremento numerico alla scuola che stenta ad andare avanti con le proprie forze. Da notare che non avrà stipendio di sorta se non i viveri per la sussistenza personale ma questo non lo spaventa essendo abituato a vivere con poco. Il vero problema sarà programmare il lavoro (agricoltura, falegnameria, muratura, meccanica, cucina ecc.), procurare gli strumenti e pagare gli insegnanti.
Oltre questo dovrà assistere ogni Domenica il Vescovo in qualità di “maestro di cerimonie liturgiche” in giro per la Diocesi e non solo, probabilmente con dimora nel palazzo vescovile.
A questo punto penso che abbiate capito che andrà incontro a tempi molto difficili sia dal punto di vista pastorale che personale.
Vogliamo dunque seguirlo con affetto come abbiamo fatto con gli altri sacerdoti che l’hanno preceduto. Io certamente non lo lascerò solo. Spero che voi facciate altrettanto.