341. IN CAMMINO – andate in tutto il mondo… (2)

Qual è dunque la differenza tra evangelizzazione e proselitismo?

L’intento è il solito: far conoscere e apprezzare la fede cristiana con quello che ne segue cioè l’impegno a viverla all’interno della “famiglia cristiana” che è la Chiesa.

Nell’evangelizzazione l’annuncio è “puro” cioè senza secondi fini se non quello di desiderare la felicità della persona evangelizzata.

Nel proselitismo invece c’è il desiderio, in alcuni casi inconsapevole, di chiudere la persona nel recinto dei propri adepti schiacciandone psicologicamente la libertà fino ad arrivare al plagio.

Allo scopo vengono usate vere e proprie “strategie” comunicative subliminali che coinvolgono pian piano l’incauto che cade nella trappola.

A quel punto il gioco è fatto e tutto ciò che viene suggerito, fosse anche un’assurdità logica o in palese contraddizione con il vangelo e l’insegnamento dei Pastori, viene accolto e difeso strenuamente a costo di sentire “nemici” tutti coloro che la pensano diversamente.

Si tratta, com’è facile intuire di due traguardi molto differenti: la proposta del Vangelo conduce alla pace; quella del proselitismo porta all’odio e al risentimento.

Come fare per capire se evangelizzo o, al contrario, cerco proseliti?

È semplice: se, di fronte al rifiuto della proposta cristiana, avverto dispiacere – anche profondo – ma continuo a manifestare amicizia e interesse per chi rifiuta sono sulla strada giusta: sono un vero discepolo di Cristo.

Se invece il rifiuto mi condizionasse a tal punto da portarmi all’odio e al disinteresse vorrebbe dire che faccio proselitismo.

Adesso però vorrei presentarvi alcune testimonianze di annuncio cristiano.

Ne scriverò, a Dio piacendo, da Lunedì prossimo.

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