Ho passato tutta la mattina a fare conti e telefonate. Stavo per dimenticare il nostro ormai normale appuntamento quotidiano. Per fortuna mi è tornato in mente mentre andavo in bici a far visita alla carissima Clarita che è tornata dall’ospedale ma è ancora convalescente.
Cominciamo dai conti. Come sapete ho il compito assai serio di verificare la contabilità della Federazione fra le Associazioni del Clero d’Italia.
Purtroppo siamo in rosso come tante altre società a causa dell’epidemia che ha pestato duro sulle nostre attività.
È necessario quindi provare a rientrare ma – ecco il problema – come fare? Teoricamente è facile: basta ridurre i costi! Ma come? Licenziare i dipendenti? Nemmeno per sogno! Hanno famiglia e poi cosa vanno a fare dopo anni di servizio nella nostra Federazione. Aumentare la quota di partecipazione ai sacerdoti iscritti? E come fanno ad arrivare in fondo al mese con mille euro di stipendio… Annullare i gettoni di presenza ai consiglieri? Non verrebbe più nessuno: come può un consigliere arrivare a proprie spese da Catania o da Pordenone o dalla Sardegna senza avere un minimo di compenso… Ridurre il numero delle pubblicazioni? Beh questo si potrebbe anche fare ma è chiaro che sarebbero i sacerdoti a rimetterci perché senza i consigli del legale, dell’ingegnere, del commercialista saranno costretti a provvedere direttamente.
L’unica soluzione sta nell’aumentare il numero degli iscritti lasciando inalterata la quota di partecipazione. Ecco allora che mi sono letteralmente “attaccato” al telefono!
“Ciao, don Andrea. Come stai? Senti vedo che hai 10 tesserati… dovresti recuperarne altri 10. Dobbiamo aumentare il numero degli iscritti. Dai!, non mi dire che è impossibile. Lo so anch’io che ci sono problemi di questi tempi ma c’è chi sta peggio di noi. Allora, mi dai una mano? Grazie.”
Ne ho fatte tantissime di queste telefonate. Alcuni mi hanno trattato male ma altri invece hanno capito e hanno promesso di aiutarmi. Speriamo che mantengano l’impegno. Più avanti vi farò sapere.