365. IN CAMMINO – Compagni di Liceo

Ieri sera, a cena, dopo la celebrazione in suffragio del nostro confratello don Roberto Berti, ci siamo messi a parlare del presente e del futuro della Chiesa.

Il presente vede l’attivazione di questo “cammino sinodale” che comporta un’infinità di incontri, circolari, domande/risposte appesantendo notevolmente il nostro già pesante impegno pastorale. Però, dicevamo, visto che si tratta di una iniziativa voluta direttamente da Papa Francesco a favore della Chiesa universale non possiamo certo snobbarla o svilirla. Anzi!

Poi siamo passati a ragionare del futuro della Chiesa cattolica che si presenta pieno di incognite. Può darsi che i numeri (vocazioni, sacerdoti, diaconi, fedeli, celebrazioni e tutto il resto) diminuiscano ma anche che crescano visto l’apporto dei laici (catechisti, accoliti, lettori della Parola, ministri della Comunione ecc.).

A questo punto un confratello ha suggerito di metterci a parlare un po’ del passato… e quindi, inevitabilmente sono saltati fuori i nomi dei nostri compagni di scuola in particolare del Liceo.

“Ho visto Andrea, era a passeggio in piazza del Duomo con i nipotini…”. “La Luisa ha fatto davvero una bella carriera”. “Ernesto è morto… ho visto i manifesti”. “Invece Gigi era sul molo a Viareggio, col cappellino in testa, a pescare!”

“Insomma – ha detto uno fra noi – tutti i nostri amici, a parte il povero Ernesto, si godono la famiglia e la pensione e noi nè l’una né l’altra. Io – ha continuato in un crescendo di impeto – ho deciso di fare come i Vescovi e cioè a settantacinque anni mollo tutto e penso un po’ a quello che ho sempre desiderato fare… per la Chiesa, naturalmente!”

Un altro è intervenuto subito dopo lamentando che l’età avanzata non ci consente più di essere in sintonia con i giovani ma nemmeno col mondo contemporaneo ecc.; “non parliamo poi  della vita parrocchiale – ha aggiunto – che impone una presenza e un impegno costante davvero faticoso per un settantenne ormai preda di acciacchi vari”

A tavola eravamo tutti più che settantenni e quindi il lamento si è fatto generale. A qual punto però uno ha tirato fuori Papa Francesco ma anche Draghi, Mattarella e altri medici e scienziati che sembra non avvertano il peso degli anni e ci siamo dati una calmata.

Questo per dirvi che anche noi sacerdoti siamo esseri umani e abbiamo, come tutti, momenti di sconforto e di crisi.

 

 

 

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