Il tempo dell’attesa si caratterizza per lo stato d’ansia che determina in chi lo vive, nolente o volente.
Può essere tempo perduto quando l’ansia prende il sopravvento; oppure tempo guadagnato quando, costretti ad attendere e pure ansiosi, riusciamo a sfruttarlo pensando, pregando, scrivendo come sto facendo io in questo momento.
Sono in attesa della dottoressa per il secondo tampone. Il primo è andato bene ma adesso c’è il secondo… ma la dottoressa tarda a venire… e se fosse positivo?
Ho deciso così di recitare con calma le consuete preghiere del mattino, il Padre nostro, l’Ave Maria, il Gloria, l’Angelo custode e l’Eterno riposo.
Poi mi sono rivisto e riascoltato nel filmato di ieri: devo dire che mi sono piaciuto molto con quel lumino in mano a indicare la luce di Cristo che illumina il nostro cammino terreno… L’avete visto? Vi è piaciuto?
Poi mi sono messo a scrivere la presente nota. So benissimo che i lettori sono pochi, appena un centinaio, ma affezionatissimi perché non saltano una nota! Questo mi fa sentire in buona compagnia, mai solo.
Driiin… È la dottoressa.
“Tranquillo, don Piero. È negativo anche stamani. Attenzione però almeno per altri due-tre giorni perché una ricaduta sarebbe pericolosa”.
Bene, ringraziamo Dio. Proprio adesso mi hanno telefonato per un funerale e trovare un prete per la funzione non è facile. Vorrà dire che riuscirò a celebrarlo io stesso senza scomodare nessuno.