Mi sono pervenute una quarantina di copie del questionario relativo al “percorso sinodale” indetto dalla Chiesa Italiana (e, in contemporanea, dalla Chiesa universale).
Devo dire che sono rimasto senza parole per la profondità degli spunti suggeriti. Sinceramente non ci speravo. Pensavo che la cosa sarebbe stata presa sotto gamba, come si suol dire, senza troppo impegno da parte degli scriventi.
Ho già catalogato le risposte della prima parte (pag. 1 e 2). Dovrò adesso fare una sintesi e consegnarle alla segreteria che provvederà al resto. Poi vi farò sapere.
Fra tutte le risposte mi hanno colpito quelle relative alla corresponsabilità “sacerdoti-laici”. Alcuni paventano una riduzione del ruolo del prete a tutto svantaggio del ministero sacerdotale e della vita della comunità parrocchiale.
In effetti se, al momento, quello che dice il prete – relativamente alle questioni della parrocchia – è legge… non potrà essere così nel momento in cui saranno i laici a gestire certi settori della pastorale e dell’amministrazione. È anche vero però che di questo passo – vedi la carenza ormai endemica dei sacerdoti – ci potremmo ritrovare a breve con le chiese sprangate e le canoniche affittate.
Non volglio essere pessimista o banalizzare la questione ma certo con la frote diminuzione dei sacerdoti mancano – si vede già adesso – i catechisti, i lettori, gli accoliti, i ministri della comunione ecc.
Sarebbe drammatico se, in aggiunta alla mancanza del prete, mancasse anche il catechista per parlare di Gesù o il lettore per spiegare il Vangelo o il ministro per dare la Comunione. Allora davvero sarebbe la fine!
Questo sarebbe un vero e proprio tradimento del Vangelo!
Quindi ben vengano i laici, uomini e donne, a dare una mano perché la voce di Gesù continui a risuonare.