Gli organari hanno tolto le canne laterali dell’organo per facilitare il lavoro degli addetti all’impalcatura e dell’imbianchino.
La chiesa purtroppo, in particolare in alto, lato-monti, ha sviluppato delle bruttissime macchie di umido che danno un brutto spettacolo. Andando avanti il lavoro diventerà ancora più complicato perché l’umido potrebbe penetrare il materiale ligneo dell’organo…
Già abbiamo avuto il problema dei tarli che avevano assalito la consolle a terra: quando ce ne siamo accorti eravamo ancora in tempo per salvare lo strumento ma abbiamo davvero corso un bel rischio.
Il lavoro che andrà a iniziare subito dopo Pasqua riguarderà soltanto la parte alta della chiesa e avrà un costo consistente che però siamo in grado di pagarci, a rate, senza chiedere aiuti di sorta. In questi ultimi anni siamo infatti riusciti a mettere qualcosa da parte per cui non dovrebbero esserci problemi. Nel caso ci fossero ve ne farò partecipi.
La parte bassa, dopo il lavoro di pulitura superficiale della scorsa estate, può andare avanti ancora un anno. Poi vedremo il da farsi.
Penso che anche voi siate d’accordo con me che certi lavori non possono essere trascurati. Personalmente considero la chiesa come fosse casa mia e mi regolo di conseguenza. È vero che l’umidità c’è in tutte le abitazioni del Forte e che non c’è modo di toglierla per sempre però qualcosa va fatto, anno per anno proprio come facciamo nelle nostre case.
Da quando sono al Forte è la terza volta che metto mano al lavoro di imbiancatura della chiesa. La prima volta (1997), a chiesa chiusa, venne imbiancata per intero ma i risultati furono deludenti perché dopo appena un anno cominciò a rifiorire la muffa: la seconda (1998-1999), sempre imbiancata per intero e sempre a chiesa chiusa, ha avuto un risultato più lungo nel tempo. Adesso siamo alla terza volta ma procederemo per tappe – due/tre anni – in modo da poter lasciare aperta, almeno in parte, la chiesa.
All’opera, dunque!