Questi ultimi giorni sono stati micidiali. Prima di tutto per gli operai e il restauratore ma in parte anche per me e per i miei collaboratori più stretti.
Io tengo alla chiesa come voi tenete alla vostra casa. Magari in canonica sono un po’ (anzi, molto) disordinato ma in chiesa desidero che tutto sia in ordine prima di tutto per rispetto al Signore, poi per quanti la frequentano e poi anche per mio orgoglio personale.
Così, man mano che gli operai smontavano il palco – quattro giorni, prima lato monte, poi lato mare, lato Viareggio e infine il corpo centrale – devevamo necessariamente spolverare le panche e pulire il pavimento.
Per le panche non ci sono stati contrattempi. Per il pavimento invece è stata una vera e proria “lotta”. Quando sembrava perfettamente pulito subito spuntavano nuove macchie di sporco per il fatto che il pavimento era pieno di polvere.
Questa mattina, con l’aiuto di aiutanti forti (gli uomini) ed esperti (le donne), siamo riusciti se non proorio a risolvere il problema almeno a dare un colpo risolutivo alla polvere per cui la chiesa, al momento, è presentabile.
Adesso però vi lascio perché c’è da mettere a posto le panche: avendo, nell’ordine, funerale, matrimonio e prime Comunioni devo studiare una collacazione che vada bene per tutti.