509. IN CAMMINO- Uffa!

Uffa! Adesso ci si sono messi i tarli a farmi confondere!

Non bastavano le infiltrazioni di acqua (con annessi e connessi tipo alghe, licheni… di tutto) alle pareti interne della chiesa e le finestre rovinate e cadenti.

Ce ne siamo accorti nel rassettare la chiesa e precisamente nello spolverare le panche: ne abbiamo notate un paio piene di buchetti con all’intorno polvere di legno, traccia evidente della presenza dei tarli!

Subito è scattata l’indagine alla ricerca della provenienza delle bestiole e le abbiamo finalmente scovate ben nascoste nel retro dell’armadietto che custodisce i Libri liturgici: la tavola in legno posta sul retro era tutta consumata – letteralmente mangiata – dai tarli.

“Ma come non ve ne siete mai accorti!”

Il cacciatore di tarli (Dimitri sa fare di tutto…) ci ha fatto notare che dall’esame degli animaletti – grassottelli e con delle piccolissime ali sul dorso – questi dovevano essere presenti in loco da … anni!

Dall’armadietto se ne uscivano, con la prole, per gustare il legno della panche evidentemente molto saporito vista la voracità con la quale se ne sono cibati. Nella foto potete osservare in che modo avevano ridotto l’armadietto! Un crimine bell’e buono!

La criminologa, prof.ssa Susanna, da me interpellata, mi ha suggerito di estendere la ricerca anche a tutto il materiale ligneo presente in chiesa compreso il crocifisso astìle posto in prossimità dell’ingresso e aveva ragione perché era tarlato pure quello.

Poi ha suggerito la posologia: distruzione del covo e iniezioni di alcool ai fuggitivi rintanati nei buchetti. E speriamo che basti!

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