508. IN CAMMINO – tutto a posto

Mi riferisco alla chiesa che è tornata al suo stato ordinario: è stato smontato il ponteggio grande, quello piccolo e rimontato l’organo.

Le canne più grandi dell’organo erano state smontate e poste a parte nell’abside della chiesa. Essendo delicatissime (e costosissime) temevo subissero danni; invece tutto è andato bene, grazie a Dio e alla professionalità degli organari.

Sono le 11.00 di mattina: devo fare una pausa…

Riprendo il discorso alle 17.00 del pomeriggio sempre di oggi ma cambio argomento…

In questo momento sono tranquillo ma vi assicuro che la giornata di una parroco è decisamente pesante. Non tutti i giorni, per fortuna. Comunque sia va bene così. Nel senso che è meglio stare con le persone – anche se presentano problemi a non finire – che stare da soli.

Non posso stare adesso a spiegarvi cosa è successo dalle 11.00 alle 17.00. Vi assicuro che non ho perduto tempo. Semplicemente sono stato ad ascoltare.

Udienze?

Il termine non mi piace. È un termine giuridico. “Colloqui” mi piace di più. Sono stancanti: mai nessuno che venga a parlarmi di qualche gioia inattesa, di una vinvita milionaria, della laurea del figlio, della salute ritrovata. Mai! Sempre cose tristi, in alcuni casi avvilenti.

Però anche molto, molto gratificanti. Ho ripetuto l’aggettivo non per sbaglio ma per convinzione. Perché quando il tuo interlocutore si alza per andarsene e ti dice che non sente più odio o rancore per chi gli sta causando tante sofferenze si capisce che certe mie parole possono essere state ispirate soltanto dal … Signore. E da questo viene la gratificazione per il mio modesto servizio a favore per popolo a me affidato.

Dovrei cambiare titolo alla nota ma adesso corro in chiesa per il Rosario.

 

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