539. IN CAMMINO – È arrivata la rivista, però…

È arrivata la nuova rivista! Davvero bella. C’è stato bisogno di un lungo lavoro di scrittura e soprattutto di composizione (facciamo in economia, cartella per cartella) ma il risultato è stato davvero bello.

Avrei voluto scrivere qualcosa per presentarvela ma è capitato un imprevisto che mi ha toccato il cuore e quindi rimando alla prossima settimana la presentazione.

Dunque cosa è successo…

Stamani venivo da una nottata per lunghe ore insonne. Alcuni giovanotti        – peraltro ragazzi bravi perché non ho sentito né una parolaccia né una oscenità e nemmeno una bestemmia – hanno tirato la notte per le lunghe parlando, ridendo, scherzando e cantando affacciati alla finestra che dà sull’angolo di Via Trento.

Non riuscivo a dormire perché tengo le finestre aperte non avendo in canonica l’aria condizionata se non nella camera dell’ospite. A un certo punto – erano ormai le 4.45 – ho avuto un attacco repentino d’ira e ho fatto una delle mie solite sceneggiate (di cui subito dopo mi pento perché il parroco non se le può permettere) decisamente indecorosa ma ero davvero esasperato.

Stamani invece ho fatto un’esperienza felice. Davvero! Un’esperienza che mi ha reso immediatamente sereno e gioioso.  Addirittura felice d’essere sacerdote e d’essere parroco di Forte dei Marmi nonostante gli schiamazzi notturni degli ospiti e la latitanza (per motivi di lavoro, s’intende) dei parrocchiani.

“La chiamo – al telefono una signora a me sconosciuta- perché ho bisogno di una sua parola. Mi dicono che lei è una persona accogliente. Io, purtroppo, ho il vuoto intorno. Finché avevo disponibilità finanziare godevo di stima e amicizia adesso invece vengo addirittura sfuggita dalle mie amiche. Può darsi però che sia una mia impressione… ma nell’incertezza ho fatto il suo numero”.

Ho provato a consolarla con poche ma sentite parole che mi sono venute dal cuore. E penso d’aver colpito nel segno perché si è profusa in mille ringraziamenti per i pochi minuti che le ho concesso. È bello essere a servizio del gregge anche se sconosciuto. Passa tutto, anche il nervoso.

 

 

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