Si avvicna la data del 2 Agosto – Martedì prossimo – festa del “perdono” francescano che consente di lucrare l’Indulgenza plenaria per se stessi e per i propri defunti.
Non starò ripetere le origini storiche di questo “perdono” dato che, negli anni, ne ho già scritto e riscritto…
Scrivo qualcosa piuttosto sulla “modernità” di questa indulgenza e sulle condizioni per ottenerla. Ho gìà scritto in più occasioni anche di questo ma quest’anno c’è una novità.
La novità sta nel fatto che proprio nell’ultima pagina della nuova Rivista parrocchiale compare la preghiera composta da San Francesco e recitata da lui quotidianamente nel periodo antecedente la conversione.
È una preghiera semplicissima nata proprio dal cuore. San Francesco, quando si trovò a tu per tu col Crocifisso nella chiesetta diroccata che aveva scelto come “chiesa, casa e convento”, non riuscì che a balbettare queste poche parole.
È dunque una preghiera “povera” nel senso della beatitudine evangelica (Beati i poveri in spirito) perché ricca d’amore.
Ecco quest’anno, insieme con la Confessione e la Comunione, provate anche voi a recitarla con gli stessi sentimenti di San Francesco.
È una preghiera “moderna” nonostante gli anni e utile per superare qualsiasi sofferenza fisica, psicologica e spirituale.
Chiudo subito perché anche oggi vado di fretta.
Una preghiera anche per me.