Ieri è stata la Domenica dei contrattempi, alcuni dei quali molto fastidiosi, anche se poi tutto si è risolto… in qualche modo.
Mi avevano chiesto da giorni la possibilità di avere una Messa in lingua inglese. Anche la Curia mi aveva fatto presente questo desiderio pregandomi al contempo di fare il possibile per accontentanre i richiedenti. Ho accettato di buon grado perché è una regola di galateo pastorale non scritta ma ben presente a noi sacerdoti delle zone turistiche.
L’errore che ho fatto è stato quello di NON chiedere quanti fossero i richiedenti. Pensando a precedenti occasioni nelle quali erano intervenuti turisti – francesi e inglesi – in numero molto consistente ho dato incarico a don Martin, di madre-lingua inglese di provvedere alla celebrazione e ad alcuni amici di collaborare per le letture bibliche sempre in lingua inglese.
Io stesso mi ero riservato un piccolo spazio per il saluto e per sostenere con i canti la celebrazione.
Il problema è sorto sabato sera intorno alle 23.00 quando don Benvenuto, il parroco di lingau francese che tiene le parrocchie dellUnità pastorale della montagna versiliese, mi ha avvisato che avrei dovuto provvedere alla sua sostituzione in quanto assente per motivi di salute.
Sono andato nel panico perché il sacerdote, don Martin, che avrebbe dovuto sostituirlo l’avevo già incaricato di celebrare nella chiesa parrocchiale per gli americani.
Insomma, dopo tante telefonate tutte andate a vuoto, ho deciso di provvedere personalmente abbandonando al loro destino Padre Martin e gli altri predetti collaboratori.
Com’è andata… Come ho già scritto sopra è andata… anche se il risultato non è stato dei migliori. Mi hanno detto che gli ospiti eranpo pochissimi, appena una decina, e quindi gli altri presenti in chiesa non è che abbiano gradito moltissimo questa scelta di celebrare in inglese. Comunque non ci sono state polemiche e questo è già stato un buon risultato. Capitasse in futuro una nuova richiesta starò più attento a certi dettagli. Lo prometto!
Consentitemi, per finire, di accennare ad alcuni contrattempi capitati a persone care. Si tratta di incidenti stupidi che però hanno avuto conseguenze molto spiacevoli… perché stare chiusi in casa o addirittura stesi nel letto con un arto ingessato o le costole rotte non è proprio il massimo con questo caldissimo clima agostano.
Vi giunga dunque il mio abbraccio (non scrivo “caloroso” perché non è propio il caso) in attesa di rivedervi in forma.
PER FINIRE guardate il video di ieri e scrivetemi un giudizio. GRAZIE