558. IN CAMMINO – Don Fiore

Sono stato invitato a celebrare per la commemorazione di don Fiore Menguzzo e dei suoi famigliari a Molina di Stazzema. Sono arrivato in ritardo per un disguido degli organizzatori che mi hanno comunicato un orario sbagliato ma i presenti non me ne hanno fatto colpa.

Ho rimediato al ritardo offrendo una interessante riflessione sul trans-post umanesimo che mi piacerebbe ripresentare prima o poi (ovviamente sfrondata dei riferimenti agli autori e alle sigle) anche ai più giovani.

In poche parole questi signori studiano la possibilità – attraverso la tecnologia – di rendere l’uomo immortale, privo di malattie, super intelligente ecc. attraverso un microchip sottocutaneo in grado di reagire agli impulsi/segnali di un normale computer.

Può darsi che prima o poi ci riescano (i primi risultati sono previsti per il 2030…). Ma – ed ecco la mia riflessione – nella possibilità di un reale mutamento sostanziale dell’uomo è prevista anche una modifica che lo renda più buono? Oppure i futuri ominidi dovranno sorbirsi cattiverie ulteriormente potenziate? Mah… Speriamo in bene, come si suole dire.

Dopo la celebrazione hanno preso la parola, nell’ordine, un rappresentante dell’Amministrazione di Stazzema, l’onorevole Carli e un esponente dell’Associazione nazionale Partigiani d’Italia.

Sono stati tre interventi uno più bello dell’altro. Davvero!

L’on. Carli addirittura mi ha commosso perché ha parlato oltre che con competenza (storica) anche con tanto cuore ricordando la terribile fine del povero don Fiore e correlando quei tragici eventi a quanto avviene oggi in Ucraina.

In tutti e tre gli interventi c’è stato un riferimento alla guerra e tutti gli oratori sono stati concordi nel sollecitare i politici a educare le giovani generazioni al gusto per la pace.

Avrei ancora molto da scrivere ma è già tardi e i presenti in chiesa mi reclamano…

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