Le prediche d’estate sulla confessione hanno determinato un interesse notevole sul Sacramento in oggetto; di conseguenza sono cresciute, e di molto, le confessioni.
Domenica prossima, a Dio piacendo e tempo permettendo, tornerò sull’argomento per spiegare il significato della “assoluzione”.
Già oggi però mi preme spiegare, sempre facendo riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica, la differenza fra peccati “commessi” e peccati “contratti”. La distinzione è importantissima ed è doveroso spiegarla seppure in sintesi.
Il peccato commesso è un atto contro Dio e contro il prossimo, voluto o addirittura ricercato, che chiama in causa la mia personale responsabilità.
Quello invece “contratto” è quello ereditato dai progenitori: non ne sono responsabile direttamente perché vi sono nato.
Come si vede è la dottrina del così detto peccato originale di cui parla il primo libro della Bibbia storicizzando nelle figure di Adamo ed Eva: la fragilità morale e l’inclinazione al male della natura umana ci spinge a peccare con facilità.
Il Battesimo depotenzia questa inclinazione e tutti gli altri Sacramenti ne consentono il superamento ma la realtà di ogni giorno ci vede spesso sconfitti.
Che il Signore ci resti sempre vicino!