566. IN CAMMINO – compiuti o contratti?

Le prediche d’estate sulla confessione hanno determinato un interesse notevole sul Sacramento in oggetto; di conseguenza sono cresciute, e di molto, le confessioni.

Domenica prossima, a Dio piacendo e tempo permettendo, tornerò sull’argomento per spiegare il significato della “assoluzione”.

Già oggi però mi preme spiegare, sempre facendo riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica, la differenza fra peccati “commessi” e peccati “contratti”. La distinzione è importantissima ed è doveroso spiegarla seppure in sintesi.

Il peccato commesso è un atto contro Dio e contro il prossimo, voluto o addirittura ricercato, che chiama in causa la mia personale responsabilità.

Quello invece “contratto” è quello ereditato dai progenitori: non ne sono responsabile direttamente perché vi sono nato.

Come si vede è la dottrina del così detto peccato originale di cui parla il primo libro della Bibbia storicizzando nelle figure di Adamo ed Eva: la fragilità morale e l’inclinazione al male della natura umana ci spinge a peccare con facilità.

Il Battesimo depotenzia questa inclinazione e tutti gli altri Sacramenti ne consentono il superamento ma la realtà di ogni giorno ci vede spesso sconfitti.

Che il Signore ci resti sempre vicino!

 

 

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