Mi ritrovo a scrivere questa breve nota che è ormai l’ora di cena. Può darsi quindi che nessuno mi legga. Con tutto questo avverto il desiderio (ma forse sarebbe opportuno dire il bisogno) di scrivervi qualcosa perché so per certo che vi fa piacere leggere la mia nota quotidiana.
Dunque stamattina, di buon’ora, ero già a Pisa per il Consiglio d’amministrazione. Entrando in città ho scorto l’Arcivescovo che si stava avviando a passo svelto verso il seminario. Contrariamente al suo solito – va sempre in giro in tonaca – era in pantaloni e camicia a maniche corte privo di qualsiasi insegna vescovile. Ci siamo lanciati soltanto uno sguardo – io ero in macchina – ma è stato sufficiente per capirci.
Entrambi andavamo a fare qualcosa di importante per il bene della Diocesi: io i conti e lui, forse, una chiacchierata con i seminaristi che stanno ormai per riprendere il corso annuale di studio.
Poi è iniziato il consiglio ma ero distratto tanto che il presidente me ne ha chiesto conto. Ho risposto che ero stanco già di prima mattina ma in realtà stavo pensando a coloro che stavano lavorando per me: gli uomini e le donne che stavano liberando il piazzale delle Suore visto che ormai la scuola sta per iniziare.
Ho saputo poi, tornato a casa, che erano sorti un po’ di contrattempi ma il tutto era stato poi sistemato a dovere pur con molta fatica.
E così la mattinata si conclusa davanti a un piatto di pasta al pomodoro insieme con loro e con il caro don Edoardo che mi aveva sostituito in chiesa per l’adorazione.
Chiudo ringraziando tutti questi amici per l’impegno profuso. Ed è un ringraziamento molto sentito. Credetemi!